venerdì, ottobre 18, 2013

I bocconcini di riso alla zucca con Gruyére per Swiss Cheese Parade 2013

Chi come me ha aderito entusiasticamente alla chiamata di Teresa sa di cosa sto parlando.

L'attesa del pacco, l'arrivo dello stesso, la frenesia dell'apertura, i meravigliosi formaggi svizzeri, e la voglia immediata e irrefrenabile di mettersi all'opera.

Primo step, doveroso, assaggiare le materie prime. 
Secondo step, riassaggiare per capire meglio.
Terzo step, assaggiare nuovamente per essere proprio sicuri sicuri.
Quarto step, rendersi conto che questi formaggi sono una vera droga e che se non si passa senza indugi ai fornelli finiranno senza ombra di dubbio nel giro di un battibaleno.

All'opera dunque, e che street food sia!




Tempo occorrente:
60 minuti più qualche ora per il riposo

Ingredienti per 2 persone:
150 gr. di riso Originario
200 gr. di zucca decorticata
un cipollotto fresco
formaggio Gruyére a dadini
un uovo intero
una manciata di Parmigiano Reggiano grattugiato
un pizzico di noce moscata
pane grattato
due manciate di semi di zucca non salati
sale e pepe q.b.
10 gr. di burro
olio extravergine di oliva

Portare ad ebollizione l'acqua per la cottura del riso.
Intanto in una padella abbastanza grande far appassire il cipollotto tritato on un cucchiaio d'olio, quindi unire la zucca tagliata a dadini. Lasciarla insaporire un paio di minuti a fiamma vivace, quindi salare, pepare se piace, spolverare con un poco di noce moscata e portare a cottura aggiungendo, se necessario, un filo d'acqua. Frullare quindi la zucca fino ad ottenere una crema omogenea ma non troppo liquida.

Lessare intanto il riso in acqua bollente salata e scolarlo al dente, quindi trasferirlo nella padella con la crema di zucca e lasciarlo insaporire un paio di minuti. Spegnere la fiamma ed unire il burro, il parmigiano e l'uovo intero, mescolando accuratamente.
Lasciar raffreddare e riposare il riso alla zucca per qualche ora.

Accendere il forno e portarlo ad una temperatura di 220°.
Con le mani umide prelevare di volta in volta la quantità di riso necessaria per creare un bocconcino, inserirvi nel cuore un cubetto di Gruyére e modellarlo compattandolo con le mani. 
Tritare grossolanamente i semi di zucca ed unirli al pane grattato, quindi rotolare nella panatura così ottenuta i bocconcini di riso alla zucca. Disporli quindi su una placca foderata con carta da forno, irrorare con un filo d'olio e lasciar dorare in forno per dieci-quindici minuti.

Naturalmente i bocconcini potrebbero anche essere fritti, ma in quel caso suggerirei di procedere passandoli prima in un uovo sbattuto, poi nella panatura e infine.....in padella :)


Con questa ricetta partecipo al contest Swiss Cheese Parade 2013
 di Peperoni e Patate in collaborazione con Formaggi dalla Svizzera







mercoledì, ottobre 16, 2013

Cous cous integrale su crema di zucca e porcini trifolati

Vi raccontavo l'altro giorno del raptus che mi ha colto all'improvviso e che mi ha costretta, mio malgrado, a rivoluzionare la cucina e riorganizzare la dispensa.

Tra i tanti ingredienti "dimenticati" nei meandri più nascosti una confezione intatta di cous cous integrale.

Con l'aggiunta di pochi e gustosi ingredienti di stagione è nato questo piatto che ho deciso di dedicare alle ragazze di Colors and Food e al concorso Il Mese di Ecor nella speranza, hai visto mai, di riuscire ad aggiudicarmi un weekend con lo chef Antonio Scaccio.








Tempo occorrente:
30 minuti

Ingredienti per 2 persone:
150 gr. di cous cous integrale
300 gr. di zucca gialla decorticata
uno scalogno
un porcino medio, fresco e sodo
qualche rametto di timo fresco
uno spicchio di aglio intero
mezza tazzina di latte
brodo vegetale (quantità secondo come riportato nelle istruzioni di cottura del cous cous)
olio extravergine di oliva
sale e pepe q.b.

In una pentola far soffriggere a fiamma bassa, lo scalogno, sbucciato e tritato, in un filo d'olio.
Unire la zucca decorticata e ridotta a dadini di mezzo centimetro circa di lato, salare, se piace pepare e far insaporire per cinque minuti. Unire il latte, coprire e portare a cottura per altri 7-8 minuti, quindi frullare con il minipimer fino ad ottenere una cremina omogenea.

Nel frattempo preparare il cous cous integrale secondo le indicazioni riportate sulla confezione, preferibilmente usando del buon brodo vegetale al posto della semplice acqua.

Privare il fungo della base terrosa, pulirlo accuratamente ma delicatamente con l'aiuto di uno spazzolino o di una pezzuola inumidita. Ridurlo a lamelle sottili e farle saltare in una padella con un filo d'olio, i rametti di timo, lo spicchio d'aglio e poco sale per cinque minuti.

Cospargere sul fondo dei piatti individuali la crema di zucca, disporvi sopra il cous cous integrale e completare con le lamelle di porcino trifolate.

Servire ben caldo.


Con questa ricetta partecipo al contest 
di Colors and Food



Ora aspetto fiduciosa un nuovo raptus che mi induca ad affrontare gli armadi e l'ineluttabile cambio di stagione con convinzione e serenità e senza dover ricorrere all'aiuto di uno psicoterapeuta per superare il trauma.........

lunedì, ottobre 14, 2013

La minestra di lenticchie speziata e....raptus!

Mesi con la testa sotto la sabbia, come gli struzzi.
Giorno dopo giorno a dirmi vabbè, non voglio pensarci oggi, ci penserò domani.
Tappare un occhio, anzi due, con la scusa che chissà, magari a giorni troviamo la casa giusta in cui traslocare e allora farlo adesso è inutile.

Poi una domenica mattina (tarda, tardissima mattina!) un raptus, un fulmine a ciel sereno.
Non ho fatto nemmeno in tempo a finire di dire no, oggi non mi va e un istante dopo, non so nemmeno io come, mi son trovata arrampicata sui pensili della cucina, immersa tra pacchi di pasta, padelle, servizi di piatti, la spugnetta in una mano lo spruzzino nell'altra, a rendere giustizia al mio bisogno di ordine e razionalità in cucina troppo a lungo ignorato.

Ne è uscita fuori una giornata laboriosa ma soddisfacente, ma soprattutto non potete capire cosa non è emerso dalla dispensa.
Di tutto, di più: spezie dimenticate, formati di pasta che non sapevo nemmeno di avere, una quantità di legumi e cereali da far invidia ad un negozio bio, il tutto finalmente censito ed adeguatamente ricollocato.

Parte di tutto ciò è finito in questa minestra, in perfetto equilibrio tra sapori di casa nostra e sapori d'Oriente.




Tempo occorrente:
45 minuti

Ingredienti per 2 persone:
130 gr. di lenticchie secche di Colfiorito
mezza carota
un gambo di sedano
una piccola cipolla novella
un piccolo pomodoro maturo
uno spicchio di aglio intero
un cucchiaino di zenzero in polvere
un cucchiaino di coriandolo in polvere
60 gr. di maltagliati
olio extravergine di oliva
sale e pepe q.b.

Sciacquare le lenticchie e versarle in pentola, aggiungendo acqua in abbondanza, la carota, il sedano e il cipollotto. Cuocere in pentola normale per circa mezz'ora, in pentola a pressione per quindici minuti a partire dal fischio.
Intanto in una casseruola, meglio se di coccio, far soffriggere in un cucchiaio di olio lo spicchio di aglio intero. Quando sarà dorato aggiungere il pomodoro privato della buccia e dei semi e tagliato a dadini, lo zenzero e il coriandolo, e lasciar insaporire per 3-4 minuti.
Aggiungere le lenticchie con parte dell'acqua di cottura (la quantità è a piacere e dipende da come preferite le minestre), aggiustare di sale e portare ad ebollizione.
Versare quindi i maltagliati e portare a cottura per il tempo indicato sulla confezione, allungando se necessario con altra acqua delle lenticchie.
A cottura avvenuta servire la minestra calda, completando con un filo di olio a crudo e una macinata di pepe fresco.


venerdì, ottobre 11, 2013

Niente ricetta, solo una domanda




Malala Yousafzai (Mingora, 12 luglio 1997), studentessa e attivista pakistana di sedici anni, è stata la più giovane candidata al Premio Nobel per la pace.


A tredici anni è diventata famosa per aver documentato il regime dei talebani pakistani in un blog, da lei curato per la BBC.

Malala è stata gravemente ferita alla testa e al collo il 9 ottobre 2012, quando alcuni uomini armati sono saliti a bordo dello scuolabus, con cui lei e i suoi compagni di scuola rientravano a casa, e le hanno sparato. Malala e il suo blog erano una grave minaccia perchè diffondevano "idee occidentali".

Sopravvissuta all'attentato è stata oggetto di gravissime minacce da parte di Ihsanullah Ihsan, portavoce dei talebani pakistani, che ha rivendicato la responsabilità dell'attentato e ribadito che, nel caso se la fosse cavata, sarebbe stata nuovamente oggetto di attentati. 



Il 1 febbraio 2013 il partito laburista norvegese ha ufficialmente proposto la candidatura di Malala al Premio Nobel per la Pace 2013.


Il 12 luglio 2013, data del suo sedicesimo compleanno, Malala tiene un discorso all'ONU, a New York, lanciando un appello all'istruzione dei bambini di tutto il mondo (QUI il testo tradotto del suo discorso).


[Fonti: Wikipedia; L'Internazionale]
* * *


Italia, sul sito satirico Il Lercio il 6 ottobre viene pubblicata una delle tante "notizie" che appaiono quotidianamente sulla pagina e che sono palesemente finte e scritte a scopo di diletto, più o meno grossolano. 


Si può condividere o meno il tipo di satira che si fa in questo sito ma chiunque si prenda la briga di leggere il post prima di esprimere il proprio parere in merito si renderà facilmente conto che la notizia non è una notizia ma solo una sorta di barzelletta.

Ma qui da noi, in un paese in cui il diritto allo studio è tutelato e garantito, forse leggere e approfondire non si fa più. 
Qui da noi, dove si può comprare libri, riviste, leggere, studiare, navigare liberamente senza la censura su internet e approfondire, capire, porsi domande, cercare le fonti e coltivare il proprio senso critico, qui dove ognuno di noi è libero (a volte fin troppo oserei dire!) di esprimere il proprio pensiero ovunque, qui nemmeno si guarda cosa c'è scritto oltre quelle due righe, ma si condivide il link su facebook e su twitter e ci si lancia in sproloqui che non sto a riportare perchè se penso che dei miei simili possano essere così mi sento male. 

Ma se per curiosità o consapevolezza volete leggerne alcuni potete andare QUI.

Io vi aspetto qui invece, e continuo a domandarmi seriamente quale delle due sia civiltà.


mercoledì, ottobre 09, 2013

Teglia di zucca (e non solo!)

Adoro il concetto di passaggio, perchè racchiude in sè la chiave della vita.

Il passaggio è dinamica, è evoluzione, è un fluire verso un qualcosa, è un non-arrestarsi, non-finire.......

Il passaggio è come un viaggio, si parte da qualcosa che si conosce, che si ha alle spalle, e si procede avanti, verso un qualcosa che non si conosce ma che ci attende.

Il passaggio è tempo e spazio racchiusi in una sola parola.

Questo è un piatto di passaggio, attraversa due stagioni con i suoi ingredienti, con un occhio guarda ancora all'estate, con un po' di nostalgia, ma poi si volta decisamente in avanti e abbraccia l'autunno, con i suoi colori e il bisogno di tepore che porta con sè.......




Tempo occorrente:
un'ora circa

Ingredienti per 4 persone:
4 zucchine non troppo grandi
2 cipollotti freschi
300 grammi circa di spinaci freschissimi
300 grammi circa di zucca, già privata di buccia e semi
100 grammi di prosciutto cotto
150 grammi di fontina
olio extravergine di oliva
10 grammi di burro
una manciata di pangrattato
sale e pepe q.b.

Lavare e mondare tutte le verdure (zucchine, cipollotti, spinaci e zucca).

In una padella abbastanza ampia versare un filo di olio, le zucchine tagliate a fette sottili, i cipollotti a rondelle. Salare e far rosolare a fiamma media, finchè non prenderanno colore, quindi coprire, abbassare la fiamma e lasciar cuocere mescolando di tanto in tanto per circa dieci minuti.

Intanto procedere alla cottura delle altre verdure: in una pentola abbastanza grande disporre gli spinaci e un dito di acqua.  Sovrapporre il cestello per la cottura a vapore, adagiarvi la zucca tagliata a fette, chiudere con un coperchio che non lasci fuoriuscire il vapore e cuocere per circa 7 minuti dal momento in cui l'acqua arriva ad ebollizione.
(Una buona alternativa, in mancanza del cestello per la cottura a vapore, è cuocere le fette di zucca in forno a 220° per circa 6-7 minuti).
Scolare quindi gli spinaci, strizzandoli per eliminare tutta l'acqua in eccesso, e condirli con un pizzico di sale e il burro.

Accendere il forno portandolo ad una temperatura di 220° e procedere ora ad assemblare la teglia: ungere una pirofila da forno con un filo di olio extravergine di oliva e cospargere con un poco di pangrattato. Stendere lo strato di zucchine saltate con i cipollotti, quindi coprire con la metà del prosciutto cotto e con un terzo della fontina tagliata a dadini.
Proseguire ancora con gli spinaci al burro, seguiti nuovamente da prosciutto cotto e fontina.
Terminare con lo strato di zucca cotta al vapore. Salare appena la zucca, pepare a piacere, cospargere della rimanente fontina e spolverare appena appena con un poco di pangrattato.

Gratinare la teglia in forno per 15-20 minuti, lasciarla intiepidire appena e servire come gustoso secondo piatto a base di verdure. 
In alternativa potete realizzare della graziose monoporzioni e servire le tegliette anche come sfizioso e colorato antipasto.

N.B. Piccola nota: l'idea di unire spinaci, zucchine e zucca in una deliziosa sinfonia di sapori nasce da una ricetta vista su un numero di La Cucina Italiana di anni fa. In quel caso le verdure venivano gratinate e servite in una grande zucca, preventivamente svuotata e fatta cuocere in forno per un po', garantendo un effetto scenico molto migliore della mia versione. Mia mamma la fa almeno una volta all'anno, e non vi dico che bellezza! 
Io, dopo il primo tentativo in cui ho visto la zucca-contenitore afflosciarsi miseramente su sè stessa, non ho ancora osato riprovarci e ve la propongo così, con un po' di modifiche al procedimento originale (soprattutto per quanto riguarda la cottura delle verdure) e presentata in una banalissima teglia!!! :)
Vi assicuro tuttavia che il sapore è qualcosa di favoloso!!!







lunedì, ottobre 07, 2013

Fusilloni con ragù leggero di triglie

Domenica, il sole splende in cielo e dopo un fantastico pranzo a base di pesce a Castiglione della Pescaia mi crogiolo al sole, in maniche corte.......

Lunedì, piove a secchiate, grandina, fa freddo, e dopo un panino al prosciutto consumato di fretta davanti al pc......vi stupisce che non abbia nulla in più da aggiungere??  ;)

Ricettina di mare và, che magari ci consoliamo un po'.......




Ingredienti per 2 persone:
200 gr. di fusilloni all'uovo
6 triglie*
uno spicchio di aglio
un peperoncino
un pomodoro maturo fresco
una manciata di mandorle
un rametto di timo
qualche foglia di prezzemolo
mezzo bicchiere di vino bianco secco
olio extravergine di oliva
sale q.b.

* ricordarsi di fare gli occhioni sfarfallanti al banco della pescheria, con un po' di fortuna potreste far pena al pescivendolo e indurlo a sfilettarle!

Portare ad ebollizione l'acqua per la pasta.
In una padella far soffriggere in poco olio lo spicchio di aglio intero, il timo e una metà del prezzemolo tritato.
Unire quindi i filetti di triglia, eventualmente privati delle spine con l'aiuto di una pinzetta.
Salare un poco e far saltare i filetti facendo loro prendere un po' di colore, quindi versare il vino e alzare la fiamma facendolo evaporare.
Nel frattempo tuffare il pomodoro per un paio di minuti in una pentolina con acqua bollente salata, quindi privarlo della buccia e dei semi e ridurlo in dadolata.
Aggiungere il pomodoro alle triglie, lasciar cuocere un paio di minuti quindi spegnere.
Intanto tostare le mandorle ridotte a lamelle per pochi minuti in una padellina antiaderente senza aggiungere olio.
Cuocere la pasta al dente, scolarla tenendo da parte un po' dell'acqua e saltarla in padella con il sugo di triglie, aggiungendo se occorre un po' di acqua di cottura.
Servire i fusilloni ben caldi completando il piatto con le mandorle tostate, qualche fogliolina di timo, del prezzemolo tritato finemente e, a piacere, un filo di olio extravergine di oliva a crudo.


venerdì, ottobre 04, 2013

Non sei tu il mare?


Mare, dentro di te sta il mio amore. 
Hai preso la sua anima e il suo cuore.
Mare, riportala a riva, fammi parlare di nuovo con lei. 
Cercala ovunque, trovala, fallo per me. 
Mare riportami l’amore della mia anima
Insieme ai suoi compagni pellegrini di questo destino.
Creature del mare, siete voi gli unici testimoni di questa storia
E allora ditemi: quali sono state le sue ultime parole prima di partire
Mare!
Non sei tu il mare? E allora rispondimi!



Tesfay Mehari, cantante eritreo, dedica questo pezzo alla donna che ha perso nei mari d'Italia
(fonte: Fortress Europe)



Tunisia, agosto 2009, © Francesca Paris

lunedì, settembre 30, 2013

Tartellette alla ricotta e carote al miele e la mia breve e tormentata storia con Twitter

Sono su Facebook ormai da svariati anni, e gestisco la mia pagina personale e quella del sito.
Adoro Pinterest e ho un account che risale a tre anni fa, quando ancora non lo bazzicava nessuno e ci si accedeva solo su invito.
Ho un blog da più di un anno.
Sono anche discretamente smanettona, la tecnologia non mi terrorizza, con il pc a portata di mano ci vivo e ci faccio un sacco di cose.
Insomma, non sono un'impedita credo, come tanti di noi del resto!

Ma con Twitter non ce la posso fare, è più forte di me!
Non mi ha mai ispirato simpatia, non chiedetemi perchè, è proprio una cosa viscerale.
Io che amo scuriosare e imparare più possibile, mai e poi mai sono stata sfiorata dall'idea di andare a vedere come funziona.

Insomma, a me 'sta storia dei 140 caratteri mi sta un po' sulle scatole. 
Ok che il dono della sintesi non mi manca ma già sentirmi limitata in partenza mi fa venire l'uggia!
E poi tutti quegli hashtag....ma che è!!!
Ma son proprio necessari??? 
Ma non era più carino e più pratico scrivere in Italiano normale?

Che se poi magari avessero un simbolino più rassicurante, che so, più morbido, tipo la chiocciolina @, avvolgente @, invitante @, un pensierino ce lo potrei anche fare....ma no, invece tutti quegli spuntoni che solo a guardarli mi mettono #a disagio, mi fanno sentire #fachiro, #in ginocchio sui ceci, #un'ansia!!!

Finchè un giorno mi son detta "Roby, devi farti forza e coraggio e superare questo limite, mica per te ma almeno per il blog, che non può mica essere la fine del mondo, dai che puoi farcela alla grande!".
E così detto fatto, un bel respiro e The Dreaming Seed atterra su Twitter con il suo bell'account nuovo di zecca.

Che dite? 
Non lo avete ancora visto?

Certo che no perchè sapete come è andata a finire?
Una sbirciatina, appena un'occhiata attraverso uno spiraglio e immediatamente ho ribadito che no, non fa per me.
Account confermato solo per poter procedere all'immediata irrevocabile cancellazione.
Senza speranza.
Senza appello.
Senza pietà.
Una storia durata si e no cinque minuti.

Come queste tartellette, cinque minuti ed erano sparite!! :)




Tempo occorrente:
30 minuti

Ingredienti per 4 persone:
un rotolo di pasta sfoglia 
due carote
250 gr. di ricotta di pecora
abbondante Parmigiano Reggiano 
un rametto di rosmarino
un cucchiaio di miele di rosmarino
sale e pepe q.b.
olio extravergine di oliva

Accendere il forno portandolo ad una temperatura di 220°.
Sbucciare le carote, affettarle sottilmente e lasciarle cuocere al vapore (o sbollentarle) per circa cinque minuti.
Intanto in una ciotola lavorare la ricotta con abbondante Parmigiano e un pizzico di sale.
Bagnare e strizzare quattro pezzi di carta da forno e con quelli foderare quattro tegliette individuali.
Disporvi la farcia di ricotta, quindi lo strato di carote. 
Regolare di sale, irrorare con un filo di miele, completare con gli aghi di rosmarino, un filo d'olio e pepe fresco macinato sul momento.
Infornare e lasciar cuocere per 15-20 minuti.

Servire tiepide come antipastino per una cena un po' più complessa, o come secondo piatto completando con delle verdure di stagione.
Ottime anche fredde, nel caso dovessero avanzare, da portare in ufficio l'indomani.

P.S. questa ricetta viene da un numero speciale di Casa & Country dedicato al cibo, che ho scovato in edicola durante l'estate. Non ricordo i riferimenti precisi ma se siete interessati a saperne di più sono disposta a rivoltare casa per ritrovarlo :)




giovedì, settembre 26, 2013

Trofie con crema di peperoni e dadini croccanti di prosciutto e un'intervista

Oggi lascerò che a raccontarvi qualcosa di me, di questo blog, di come è nato, di cosa sogna, di cosa ama, siano le parole che trovate in questa piccola intervista rilasciata per Tribù Golosa, che ringrazio.

Vi lascio con un piatto semplice ma gustoso che sa ancora un po' d'estate, come queste giornate radiose di fine settembre.


Tempo occorrente:
35 minuti

Ingredienti per 2 persone:
200 gr. di trofie fresche
un peperone rosso
70 gr. di ricotta di pecora
una fetta di prosciutto crudo semidolce (affettato allo spesore di 3-4 mm.)
qualche foglia di basilico
uno spicchio di aglio
un peperoncino
sale q.b.
olio extravergine di oliva (io Intini blend denocciolato)
Parmigiano Reggiano (facoltativo)

In una pentola abbastanza grande portare ad ebollizione l'acqua per la pasta.
Ridurre il prosciutto a dadini e farli rosolare a fiamma vivace in padella con un filo di olio.
Quando sarà ben dorato, scolarlo e metterlo da parte; nel fondo di cottura invece aggiungere lo spicchio di aglio, il peperoncino e il peperone tagliato a dadini.
Salare e mescolare, cuocendo a fiamma media ed allungando, se necessario, con un poco di acqua fino a che i peperoni saranno teneri.
Trasferire la verdura nel bicchiere del minipimer, unire la ricotta e frullare fino ad ottenere una crema delicata, che regolerete di sale se necessario.
Cuocere le trofiette al dente, scolarle accuratamente e servirle con la crema di peperoni, completando il piato con un trito di basilico fresco, i dadini di prosciutto croccanti e, a piacere, con una ricca spolverata di parmigiano Reggiano.


martedì, settembre 24, 2013

Chutney di cetrioli e transizioni

Transizione è forse la parola che più mi rappresenta in questo periodo.
Una transizione lenta e dolce dalla radiosità estiva al tepore autunnale.
Una transizione delicata, senza scossoni, dalle domeniche al mare alle gite di mezza stagione.
Una transizione indolore dai leggeri vestiti estivi alle prime maglie un po' più pesanti.
Una transizione graduale anche al mercato, dove amo vedere settimana dopo settimana i prodotti che non ci sono più e quelli che ricompaiono, piano piano.
Una transizione appetitosa quella che avviene ogni giorno nella mia cucina, dove regnano ancora le verdure estive ma dove si cominciano già ad apprezzare quei sapori più robusti, più complessi, più autunnali.

Come questo chutney, per la cui ricetta mi sono ispirata al numero di settembre 2013 di Sale & Pepe, apportando come sempre le mie immancabili variazioni!




Tempo occorrente:
30 minuti

Ingredienti per un vasetto:
2 cetrioli
1 spicchio di aglio
2 rondelle di zenzero fresco
due cucchiai di miele di acacia
un bicchiere di aceto di mele
il succo di mezzo limone
un bicchiere di vermouth

In una casseruola versare tutti gli ingredienti, tranne i cetrioli, e portarli ad ebollizione facendo restringere il liquido ottenuto di circa la metà.
Frattanto privare i cetrioli delle estremità, sbucciarli e ridurli in piccola dadolata.
Unirli a questo punto al liquido in ebollizione, coprire e mantenere a fiamma bassa per circa venti minuti.
Scoperchiare la casseruola e se necessario alzare la fiamma fino alla completa evaporazione del liquido.

Potete servire il chutney immediatamente, appena tiepido, oppure versarlo ancora bollente in un barattolo pulito, chiudere con una capsula nuova, e lasciar raffreddare capovolto per far formare il sottovuoto e conservarlo per qualche mese.
Sarà perfetto servito con un ricco tagliere di formaggi, con prosciutto o lardo di Colonnata, con crostini di pane nero appena tostati, ma anche con filetti di pesce conservati, ad esempio del cefalo affumicato della laguna di Orbetello, o con delle aringhe marinate.

Prima di salutarvi voglio ringraziarvi dei commenti che mi avete lasciato nello scorso post, sono stati utilissimi e mi hanno aiutato tanto nella ricerca di un look diverso per questo mio piccolo, amato angolo!
Però a Natale le stelline le rimetto eh!!!! :)



venerdì, settembre 20, 2013

I peperoni ripieni e un nuovo look

E' un po' come succede con i capelli, avete presente no???

Passata l'estate si avverte quell'impellente bisogno di farci qualcosa, metterci le mani, andare dal parrucchiere.....a me capita sempre, e subito dopo, se il suddetto parrucchiere sa fare bene il suo lavoro, ci si sente bene, molto bene.
Vai a capire quale strano meccanismo entra in funzione, ma una rispolverata al look ha sempre sorprendenti effetti benefici, almeno a breve e medio termini: ci sentiamo più carine, più curate, più sicure di noi stesse, usciamo da lì come se tutto il mondo non potesse fare a meno di notarci.
Capello nuovo, un bel sorriso, una rinfrescata al trucco e voilà, siamo tutte un po' dive (persino io!!!).

Per i capelli giuro che mi metto presto all'opera, per me i tagli son sempre un po' traumatici e sto ancora cercando di capire cosa vorrei per loro, ma di certo entro breve li porterò dal mio specialista nella speranza che riporti questa criniera leonina piuttosto incolta a somigliare almeno un po' ad una normale capigliatura umana.

Per il blog la stessa cosa. Basta, avevo voglia di cambiargli un po' look, di rinfrescarlo un po', per vedere se magari diventava più carino.
Non sono una grafica, non sono un'esperta e ho bisogno di aiuto.
Quindi siate onesti, siate sinceri, siate al limite crudeli, ma ditemi che ne pensate soprattutto se c'è qualcosa che non vi piace!! Oh, mica mi offendo eh, ve l'ho chiesto io!!! :)

Oggi vi lascio una ricetta abbastanza classica ma che, nel corso della preparazione, mi ha fatto ancora una volta riflettere sull'importanza della qualità delle materie prime che scegliamo, e di quanto la scelta oculata degli ingredienti che mettiamo nel piatto possa fare la differenza in termini di gusto e salute.

I peperoni di questa ricetta vengono dalla Coldiretti e sono a chilometri zero, tra l'altro sono di una varietà che non conoscevo e che mi è piaciuta subito, un po' per la forma insolita che ricorda quella di un pomodoro, un po' per la loro carnosità, per il loro gusto e per la loro digeribilità.

Il tonno......io sul tema del tonno potrei parlare per ore ma per comodità mia e vostra vi invito ad andare QUI, se ne avete voglia,  a vedere cosa dicevo tempo fa.
In questo caso devo ringraziare Silvia Pizzi, di Fratelli Carli, per i magnifici ingredienti che mi ha inviato.
Beh, fidatevi, vi giuro che un tonno così l'ho visto poche volte, roseo e succoso non aveva nulla a che vedere con quella sorta di segatura che spesso ci propinano al supermercato. Un peccato persino pensare di cucinarlo! Per non parlare delle olive taggiasche, che già adoro e metterei ovunque ma che polpose e dolci come quelle non credo di averle mai assaggiate...già sono preoccupata al pensiero di finirle!

Va bene, vi ho messo gola???
Dai allora, vediamo questo piatto!




Tempo occorrente:
40 minuti circa

Ingredienti per 2 persone:
quattro peperoni (come quelli nell'immagine) o due normali
100 gr.di tonno in olio di oliva (io Fratelli Carli)
un uovo
1/2 bicchiere di latte
2 cucchiai di pane grattato
un cucchiaio di parmigiano reggiano grattugiato
origano fresco
uno spicchio di aglio
olio extravergine di oliva
due cucchiai di olive taggiasche (io Fratelli Carli)
mezzo litro di brodo vegetale 
mezzo bicchiere di vino bianco secco
sale q.b.

Lavare i peperoni, privarli della calotta superiore, svuotarli da semi e filamenti e porli a scolare a testa in giù.
In un'ampia ciotola amalgamare il tonno sgocciolato, l'uovo, il parmigiano, il pane grattato lasciato ammollare nel latte e l'origano tritato. Regolare di sale e lavorare con una forchetta fino ad ottenere un composto omogeneo con il quale farcire i peperoni.
In un ampio tegame versare un filo d'olio, aggiungere uno spicchio di aglio intero ed adagiare i peperoni ricoperti con la loro calotta.
Porre sul fuoco a fiamma media facendoli rosolare un pochino, versare quindi il vino bianco e lasciarlo evaporare.
Aggiungere a questo punto il brodo vegetale tiepido, coprire e lasciar cuocere per circa 25 minuti, aggiungere le olive taggiasche, lasciando quindi restringere il sughetto altri cinque minuti.

Servire tiepidi o freddi.

Un grande bacio e buon week-end a tutti e ricordate....spietati eh!!!!
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