Un pomeriggio di sole pieno (non come oggi, che oltre ad essere lunedì piove pure!).
Io e i miei genitori.
Una di quelle rarissime occasioni infrasettimanali in cui nessuno di noi ha nulla di urgente da fare.
E così esco presto da lavoro e ci diamo un appuntamento in campagna, lungo un viottolo.
Missione: per loro insegnare, per me imparare, a riconoscere alcune erbe selvatiche.
Due ore di pace, di benessere, di venticello sul viso, di sole sulle spalle, di chiacchiere e di silenzi compiaciuti e beati.
Noi tre, i campi, le ranocchie che gracidano, gli uccellini che cinguettano, niente altro.
Mia mamma individua la cicoria ed io, obbediente e diligente come non mai, imparo a riconoscerla, a coglierla, a pulirla. In quel momento è come se mia nonna, che ricordo tornare a casa felice con i suoi bottini di erbe, fosse lì e abbracciasse soddisfatta sua figlia e sua nipote.
Mi commuovo un po' al pensiero, ed è bello.
Torniamo con buste cariche, ci sono anche bietole selvatiche e finocchietto, abbastanza di che regalare un po' di naturale bontà agli amici e di che sfamarsi almeno almeno per tre o quattro pasti.
E già che ci siamo, mi faccio insegnare la ricetta dell'acquacotta alla cicoria.
Un piatto di una povertà e di una semplicità disarmanti.
Pochissimi ingredienti: cicoria di campo, pane duro, un pomodoretto, un uovo e un po' di pecorino.
Un piatto unico che saziava le famiglie numerose delle campagne a cavallo tra bassa Toscana ed Alto Lazio.
Un gusto incredibile a raccontarsi, e a dire il vero inaspettato data la semplicità degli ingredienti.
A renderlo più speciale la sua origine antica, la sua ritualità, il suo passare di generazione in generazione, ancora fino ad oggi, fino a me.......e credetemi se vi dico che stavolta, alla ricetta originale, non ho cambiato nemmeno una virgola. Volevo che fosse quella, la stessa che fa mia mamma, che faceva mia nonna, che la mia bisnonna bolliva nel camino.....
Tempo occorrente:
un'ora e mezza
Ingredienti per 2 persone:
qualche cespo di cicoria selvatica
uno spicchio di aglio
mezza cipolla
2 uova fresche
pane raffermo (l'ideale è il pane bianco senza sale, a lievitazione naturale, tipico delle nostre zone)
un cucchiaio di passata di pomodoro
sale e pepe q.b.
olio extravergine di oliva
Pecorino romano Dop
Pulire accuratamente la cicoria, levando le foglie rovinate ma lasciando il cespo intero.
Lavarla, scolarla e farla sbollentare in acqua bollente per 4-5 minuti.
In una casseruola, o meglio ancora in una pentola di coccio, far soffriggere in un cucchiaio di olio lo spicchio d'aglio intero e la cipolla tritata.
Quando questi avranno cominciato ad imbiondirsi, aggiungere la passata e farla insaporire 2-3 minuti, quindi aggiungere la cicoria sbollentata.
Mescolare ancora un paio di minuti, quindi aggiungere il brodo tiepido a volontà.
Coprire la pentola e lasciar cuocere a fiamma medio bassa per circa un'ora.
Trascorso questo tempo regolare, se occorre, di sale.
A questo punto aggiungere le uova intere nella minestra bollente, una per volta, come fareste per le uova alla coque.
Servire la zuppa calda in piatti su cui avrete già disposto pezzi di pane raffermo (o tostato), completando ogni piatto con un uovo, un filo di olio a crudo, un pizzico di pepe a piacere e una ricca spolverata di Pecorino grattugiato.
Andrea, che non ama la cicoria, ne ha fatti fuori due piatti....non so se mi spiego :)
E non potevo che dedicare questo piatto all'Earth Day 2013!!!
P.S. Con questa ricetta partecipo al contest Ricette Spontanee di Il Gatto Ghiotto e Rifugio Meira Garneri