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lunedì, aprile 22, 2013

Andar per campi e quando a fare di un piatto una cosa unica sono il tempo e la tradizione: l'acquacotta alla cicoria

Un pomeriggio di sole pieno (non come oggi, che oltre ad essere lunedì piove pure!).
Io e i miei genitori.
Una di quelle rarissime occasioni infrasettimanali in cui nessuno di noi ha nulla di urgente da fare.
E così esco presto da lavoro e ci diamo un appuntamento in campagna, lungo un viottolo.
Missione: per loro insegnare, per me imparare, a riconoscere alcune erbe selvatiche.

Due ore di pace, di benessere, di venticello sul viso, di sole sulle spalle, di chiacchiere e di silenzi compiaciuti e beati.

Noi tre, i campi, le ranocchie che gracidano, gli uccellini che cinguettano, niente altro.

Mia mamma individua la cicoria ed io, obbediente e diligente come non mai, imparo a riconoscerla, a coglierla, a pulirla. In quel momento è come se mia nonna, che ricordo tornare a casa felice con i suoi bottini di erbe, fosse lì e abbracciasse soddisfatta sua figlia e sua nipote.
Mi commuovo un po' al pensiero, ed è bello.

Torniamo con buste cariche, ci sono anche bietole selvatiche e finocchietto, abbastanza di che regalare un po' di naturale bontà agli amici e di che sfamarsi almeno almeno per tre o quattro pasti.

E già che ci siamo, mi faccio insegnare la ricetta dell'acquacotta alla cicoria.

Un piatto di una povertà e di una semplicità disarmanti.
Pochissimi ingredienti: cicoria di campo, pane duro, un pomodoretto, un uovo e un po' di pecorino.
Un piatto unico che saziava le famiglie numerose delle campagne a cavallo tra bassa Toscana ed Alto Lazio.
Un gusto incredibile a raccontarsi, e a dire il vero inaspettato data la semplicità degli ingredienti.

A renderlo più speciale la sua origine antica, la sua ritualità, il suo passare di generazione in generazione, ancora fino ad oggi, fino a me.......e credetemi se vi dico che stavolta, alla ricetta originale, non ho cambiato nemmeno una virgola. Volevo che fosse quella, la stessa che fa mia mamma, che faceva mia nonna, che la mia bisnonna bolliva nel camino.....


Tempo occorrente:
un'ora e mezza

Ingredienti per 2 persone:
qualche cespo di cicoria selvatica
uno spicchio di aglio
mezza cipolla
2 uova fresche
pane raffermo (l'ideale è il pane bianco senza sale, a lievitazione naturale, tipico delle nostre zone)
un cucchiaio di passata di pomodoro 
sale e pepe q.b.
olio extravergine di oliva
Pecorino romano Dop

Pulire accuratamente la cicoria, levando le foglie rovinate ma lasciando il cespo intero.
Lavarla, scolarla e farla sbollentare in acqua bollente per 4-5 minuti.
In una casseruola, o meglio ancora in una pentola di coccio, far soffriggere in un cucchiaio di olio lo spicchio d'aglio intero e la cipolla tritata. 
Quando questi avranno cominciato ad imbiondirsi, aggiungere la passata e farla insaporire 2-3 minuti, quindi aggiungere la cicoria sbollentata.
Mescolare ancora un paio di minuti, quindi aggiungere il brodo tiepido a volontà.
Coprire la pentola e lasciar cuocere a fiamma medio bassa per circa un'ora.
Trascorso questo tempo regolare, se occorre, di sale.
A questo punto aggiungere le uova intere nella minestra bollente, una per volta, come fareste per le uova alla coque.
Servire la zuppa calda in piatti su cui avrete già disposto pezzi di pane raffermo (o tostato), completando ogni piatto con un uovo, un filo di olio a crudo, un pizzico di pepe a piacere e una ricca spolverata di Pecorino grattugiato.

Andrea, che non ama la cicoria, ne ha fatti fuori due piatti....non so se mi spiego :)

E non potevo che dedicare questo piatto all'Earth Day 2013!!!


P.S. Con questa ricetta partecipo al contest Ricette Spontanee di Il Gatto Ghiotto e Rifugio Meira Garneri





giovedì, febbraio 21, 2013

La Primavera a Mare e i ravioli di ortica

"Ogni anno è così. 
Sembra incredibile come il 21 febbraio 
sulla riva degli antichi Etruschi si festeggi 
la “Primavera a mare”
Con un mese di anticipo secondo il normale calendario stagionale, 
 le giornate si colorano di una luce speciale 
e il profumo del mare diventa prepotente e languido. 
E’ solo in questo periodo dell’anno che la nota iodata diventa 
l’unica protagonista del ventaglio odoroso. 
Una sensazione difficile da spiegare con le parole  
ma bellissima da vivere. 
Giorni carichi di promesse che ci proiettano visceralmente 
verso il senso di eterna libertà profuso dall’infinito del mare. 
Sembra quasi di percepire il senso della vita 
mentre ci si crogiola sulla riva lasciandosi andare 
al respiro delle onde.
(Fonte: QUI)

Ho rubato queste parole per raccontarvi quella sorta di sferzante vitalità che incalza, la vita che torna a serpeggiare ovunque, nei primi tepori, nell'aria che cambia, nelle giornate un po' più lunghe, nelle tenere violette che si schiudono, nelle chiacchiere allegre dei passerotti.

E mentre l'energia, paralizzata dal lungo inverno, sembra cominciare a sciogliersi e a circolare nelle vene, io mi risveglio nei panni della Raccoglitrice Paleolitica.
Ed allora, in un freddo ma soleggiato pomeriggio di febbraio, niente diventa più allettante che uscire, andar per campi e boschi, rinnovando un gesto antichissimo: la raccolta delle erbe selvatiche commestibili.

Nel camminare all'aria aperta riscopro le membra intorpidite dal letargo, respiro a pieni polmoni, mi godo l'odore del bosco, con l'occhio attento ai frutti commestibili della natura, ed in quei momenti sono tutt'uno con le donne di sempre, con le raccoglitrici preistoriche, con le guaritrici medievali, con mia nonna e mia mamma, conoscenze antiche che si dipanano lungo l'arco dei secoli......

Vi dico la verità, vorrei saperne molto di più, ma già tornare a casa con un bel bottino di ortica (che con quella non ci si può sbagliare), un mazzetto di asparagi selvatici, qualche cespo di borragine, beh, è una soddisfazione unica, piena, arcaica ed ancestrale.....procacciarsi il cibo con le proprie mani!
E che cibo!

Con l'ortica, raccolta lo scorso week end, ho deciso finalmente di cimentarmi in un piatto che desideravo provare da tempo: i ravioli.



Tempo occorrente:
un'ora e mezza

Ingredienti per 4 persone:
Per la sfoglia:
200 gr. di farina ( io ho usato metà semola rimacinata e metà grano tenero 00, tutto Molino Chiavazza)
2 uova
un pizzico di sale
un cucchiaino di olio

Per il ripieno:
foglie di ortica (la mia, da cruda, riempiva mezza busta da spesa)
un etto di ricotta di pecora
Parmigiano Reggiano
noce moscata
sale q.b.

Indossando i guanti di gomma, selezionare le foglie di ortica e lavarle accuratamente, quindi sbollentarle per alcuni minuti in acqua bollente salata.
Scolarle, strizzarle accuratamente e lasciarle intiepidire.

Intanto procedere con la preparazione della sfoglia: disporre le farine a fontana sul piano di lavoro e rompervi al centro le due uova; aggiungere un pizzico di sale ed un cucchiaino di olio e, cominciando dall’interno, sbattere le uova aiutandosi con una forchetta e aggiungendo via via la farina che si trova ai bordi della fontana. Quando la pasta comincerà ad essere manipolabile, infarinare le mani e cominciare a lavorare l’impasto con le mani stesse, fino ad ottenere una massa liscia e compatta (nel caso risultasse troppo asciutta, bagnare con poca acqua tiepida).
Formare una palla, coprirla con la pellicola e lasciar riposare almeno mezz'ora.

Preparare la farcia con l'ortica tritata grossolanamente, la ricotta sgocciolata, il Parmigiano grattugiato, un pizzico di sale e un po' di noce moscata. 

Stendere la sfoglia come di consueto, con la macchina o a mano, poi ritagliarla con l'aiuto di un taglia biscotti.
Deporre un cucchiaino di farcia su un pezzo di sfoglia e sovrappone un altro, facendo pressione, prima con le dita, poi con una forchetta, affinchè i bordi dei ravioli si saldino insieme. Procedere così fino ad esaurimento degli ingredienti

Lessare i ravioli in abbondante acqua salata e servire conditi a piacere.


Noi, che siamo golosi, abbiamo deciso di degustarli in due versioni:

in bianco, con del prosciutto magro rosolato con erbe aromatiche, sfumato con del vino e mantecato con poco burro ed abbondante Parmigiano......







.......e con un sughetto veloce di pomodoro, con abbondante cipollina novella e maggiorana nel soffritto e un bel po' di parmigiano sopra.....




.....ed erano buoni entrambi!!!!





venerdì, dicembre 21, 2012

Tre delizosi patè vegetariani e una corona di Natale home made

L'altra sera siamo stati invitati ad una cena epocale a casa di amici svizzeri che hanno scelto di trasferirsi qui, in Maremma, da tanti anni. 
Vivono in un posto meraviglioso, in campagna, con un bellissimo bovaro svizzero, due gatti, due muli amiatini e un tot di galline, cucinano da favola e soprattutto la loro ospitalità è sempre calda ed immensa! La loro casa è sempre un angolo di Paradiso dove riconciliarsi con la vita, e la loro compagnia è sempre ricca e stimolante.
Ebbene, per non andare a mani vuote mi ero offerta di preparare un piccolo antipasto. 
Avevo in mente mille idee fino a che non ho realizzato che nè Heidy, nè Sandro, possono mangiare latticini.......ok, fine delle trasmissioni. Corto circuito neurologico. Panico. Non riuscivo a farmi venire in mente una sola idea che non contenesse l'ombra di un latticino qualunque.....
Alla fine, disperata, comincio a sfogliare tutto ciò che mi capita sotto mano in cerca di ispirazione, e l'occhio mi cade su un fantastico libro che mi sono appena regalata. 
Qui trovo lo spunto da cui partire, delle terrine vegetariane prive assolutamente di latticini. Modifico, scruto la dispensa, improvviso, e dopo un'oretta di beato spignattamento mi ritrovo con queste tre creme, vegetariane, gluten free, senza latticini, ideali per bruschette, o come salsine per un pinzimonio, o come condimento per una pasta.

Paté n. 1: al radicchio e lenticchie con noci


Tempo di preparazione:
20 minuti

Ingredienti per una ciotola:
un bel cespo di radicchio rosso
un barattolo di lenticchie (si, si, lo so, meglio fresche ma non avevo tempo!)
uno spicchio di aglio
mezzo bicchiere di ottimo olio extravergine di oliva
una manciata di noci sgusciate
sale q.b.

I n una padella fate dorare lo spicchio di aglio i un filo d'olio, quindi aggiungere il radicchio lavato e affettato sottilmente, coprire e lasciare la verdura a stufare a fiamma bassa per una decina di minuti.
A cottura avvenuta versare nel bicchiere del minipimer il radicchio, le lenticchie scolate, le noci, l'olio e il sale. Frullare, ed il gioco è fatto :)

Patè n. 2: ai ceci e carote speziato


Tempo di preparazione: 
15 minuti

Ingredienti per una ciotola:
sei carote
un barattolo di ceci (idem come sopra)
un cucchiaino abbondante di mix di spezie “Etnico”
mezzo bicchiere di olio ottimo
un cucchiaio di semi di sesamo

Sbucciare, lavare, affettare a rondelle le carote e sbollentarle per cinque-sette minuti.
Scolarle e trasferirle nel minipimer insieme ai ceci scolati, il sale, l'olio e le spezie.
Frullare e servire cosparsa con i semi di sesamo.
Elementare, no?!?

Patè n. 3: di cavolo nero e semi di zucca



Tempo di preparazione:
40 minuti

Ingredienti per una ciotola:
un mazzo di foglie di cavolo nero
un barattolo di cannellini lessi 
mezzo bicchiere di olio extravergine di oliva
un cucchiaio abbondante di semi di zucca
uno spicchio di aglio  
sale q.b.

Privare le foglie di cavolo nero della costola centrale, dura, lavarle, ridurle a pezzetti e metterle a stufare in un tegame, ben coperto, per circa 20-30 minuti, insieme a un filo di olio e ad uno spicchio di aglio.
Quando sarà ben cotto versare il cavolo  nel bicchiere del minipimer, unire i cannellini, il sale, l'olio, e i semi di zucca,  e frullare.
Servire guarnito con alcuni semi di zucca.


Il più buono? Non saprei, forse quello speziato......

La coroncina che ho fatto l'altroieri? Eccola, ma non ridete, sappiate che ogni scarrafone è bello a mamma sua, che è il mio primo esperimento e che ne sono molto orgogliosa ;)



Farla è stato elementare: è bastato cogliere una ventina di rami spogli dalla siepe di vite americana sotto casa, attorcigliarli girandoli su se stessi, legarli con un pezzo di spago e la struttura era pronta. 

Dopodichè potete farci che volete, io per ora ci ho messo una stella che avevo in casa, dei rami di sempreverde ed un fiocco rosso, ma non garantisco che di qui a Natale non decida di provare altre varianti! :)

Baci, e buon week end :*

martedì, dicembre 11, 2012

Le polpettine al forno su crema di broccoli e un'idea regalo: sale aromatizzato con pepe rosa e anice stellato

Ma che ne direste se da oggi, fino a Natale, oltre che la solita ricettina vi dessi anche un piccolo spunto quotidiano in tema natalizio? Che so, idee per piccoli ed appetitosi regali fai da te, ispirazioni decorative rigorosamente naturali e low cost, spunti per pacchetti, biglietti ed altre piccole, deliziose attenzioni che concorrano a fare del Natale una festa magica?

In attesa della vostra risposta intanto voglio raccontarvi di come, con le mie amiche strette, l'anno scorso avessimo deciso di scambiarci solo regali fatti da noi. Ed è stato bellissimo non solo riceverli ma prepararli con amore, con calma e con dedizione, e vedere i nostri sorrisi al momento dello scambio. 
Doni che avevano tutto il valore del tempo impiegato a preparali e dell'affetto che li ispirava.

Io avevo preparato dei sacchetti di carta da pane contenenti alcuni condimenti particolari. Non ho le foto perchè un anno fa l'idea di aprire un blog nemmeno mi passava per l'anticamera del cervello, ma vi assicuro che ero riuscita persino a farli molto carini. 
Uno dei condimenti che avevo scelto, dall'aspetto molto, molto natalizio, era un sale aromatizzato al pepe rosa e anice stellato, la cui idea veniva, tramite Pinterest, da questo sito.

Foto presa da qui
Non lo trovate delizioso?? Quelle palline di pepe rosa, quelle bellissime stelle di anice.....
Io non ho messo il peperoncino, per il resto mi sono attenuta alle indicazioni, ed alla fine ho completato il barattolo con un piccolo "papiro" in cui avevo scritto come usarlo. 

Ed ora la ricetta, delle polpettine di Chianina cotte al forno (stiamo leggeri via, dopo tutto il burro di ieri!!) e servite su una crema di broccoli.




Tempo di preparazione:
40 minuti

Ingredienti per 2 persone:
250 gr. di macinato di Chianina
un uovo
due bicchieri di latte
1/2 bicchiere di pane grattugiato per l'impasto
erba cipollina (fresca o secca)
una manciata di parmigiano reggiano grattugiato
alcuni cubetti di fontina
farina di mais per la "panatura"
una manciata di semi di papavero
un piccolo broccolo
sale q.b.
olio extravergine di oliva

Per le polpette:
In un bicchiere di latte versare il mezzo bicchiere di pane grattato e far riposare cinque minuti finchè non si sarà imbevuto completamente. Intanto in una ciotola lavorare insieme la carne macinata, un pizzico di sale, l'uovo, il parmigiano e l'erba cipollina, quindi unire il pane ammollato, salare e continuare a lavorare fino ad ottenere un composto omogeneo.
Formare delle palline di medie dimensioni ed inserire al centro un piccolo dadino di fontina, quindi richiudere accuratamente le polpette e passarle nella farina di mais a cui avrete aggiunto i semi di papavero.
Disporre le polpette in una teglia foderata con carta da forno, irrorare con un filo di olio extravergine di oliva e metterle a cuocere in forno già caldo a 200° circa fino a quando non saranno ben dorate.

Per la crema di broccoli:
Lavare, ridurre a cimette e lessare a vapore il broccolo fino a quando non sarà tenero (ci vorranno 10-15 minuti a seconda della grandezza delle cimette).
Mettere la verdura ben cotta nel bicchiere del minipimer, regolare di sale, unire una manciata di parmigiano e frullare, allungando con un poco di latte tiepido a seconda della consistenza più o meno soda che vorrete ottenere.

Servire le polpette ben calde sulla cremina così ottenuta.
E buon appetito :)

mercoledì, novembre 21, 2012

Di iniziative importanti e di cucina con gli scarti: zuppa con foglie di broccolo e cannellini

Il tempo stringe ed io, tra una cosa e l'altra, non vi ho ancora raccontato di un'iniziativa che mi sta molto a cuore. 
Sabato 24 novembre ricorre la sedicesima Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, una giornata all'insegna della solidarietà, dell'impegno, del dono. In moltissimi supermercati italiani troverete dei volontari che vi inviteranno a compiere un gesto semplicissimo eppure importantissimo: fare la spesa per chi è povero.
Perchè spesso non ci rendiamo conto che la povertà, specie di questi tempi, ce l'abbiamo accanto. 
E che basta veramente poco, pochissimo, per poter contribuire a questo immenso momento di condivisione.
Io ho la fortuna di aver partecipato a questa iniziativa da sempre, come volontaria, e vorrei potervi raccontare la bellezza che c'è negli occhi di chi, all'uscita del supermercato, ci lascia i sacchetti con il cibo: bellezza che nasce dall'amore verso i nostri compagni di viaggio più sventurati, dalla consapevolezza di aver compiuto un'azione piccola ma importante, di far parte di una catena di solidarietà grazie alla quale migliaia di persone potranno ricevere un pasto caldo.
Vorrei raccontarvi tutte le esperienze che nel corso degli anni mi hanno fatto innamorare di questa iniziativa, di quanto le persone siano generose, di quanto abbia imparato. Vi racconterò solo la storia che più mi è rimasta nel cuore, quella di un giovane ragazzo di colore che anni fa, di fronte alla mia titubanza, venne da solo a prendere il sacchetto e me lo riportò pieno, dicendomi "Io sono stato tanto aiutato, adesso che posso voglio aiutare anche io".....ecco, la semplicità e la potenza di un piccolo gesto d'amore, la consapevolezza che nessuno si salva da solo, la grandezza che si cela nel cuore degli uomini.

Ecco, vi invito a partecipare a questa giornata e a condividere con me la sua bellezza!

Ricetta?? Ricetta, e con questa premessa non poteva che essere all'insegna del recupero:



Tempo di preparazione:
circa un'ora

Ingredienti per 2 persone:
le foglie scartate di un broccolo o di un cavolfiore
200 gr. di cannellini già lessati
un "culetto" di prosciutto
uno spicchio di aglio
un peperoncino
olio extravergine di oliva
pepe macinato fresco

In una pentola dai bordi alti far soffriggere in un cucchiaio di olio lo spicchio di aglio intero ed il peperoncino, quindi unire le foglie di cavolo, lavate, private della costola centrale più dura e sminuzzate. Lasciarle insaporire cinque minuti, quindi aggiungere circa mezzo litro di brodo vegetale, il prosciutto crudo tagliato a dadini, e lasciar cuocere per circa mezz'ora e comunque fino a quando non saranno diventate tenere.
Unire i cannellini già lessati e lasciar cuocere altri dieci minuti circa. Regolare di sale se necessario.
Servire la zuppa ben calda, con un filo di olio a crudo e una macinatina di pepe.

P.S. Vi lascio con una "ricetta" di Alessandro Borghese:





domenica, novembre 18, 2012

Finocchi in padella con limoni confit

Sogno una casa, come quelle disegnate dai bambini, con il tetto a punta, un portico, un camino, una grande cucina e soprattutto con della terra intorno......un giardino semplice ma curato, con dei rampicanti che facciano ombra d'estate, con i gelsomini che profumino a maggio, con una vite americana che arrossisca d'autunno, con un albero da frutto che fiorisca in primavera. 

E con un orto, piccolo magari, ma dove non manchi nulla: pomodori rossi e succosi, zucchine con i loro fiori dorati, peperoni di tutti i colori durante l'estate; e d'inverno verze, cavoli neri, radicchio, finocchi; ed erbe aromatiche, cespugli di salvia, lavanda, rosmarino, dragoncello. Pianterò finalmente nella terra il mio limone, e lui allargherà le sue radici libero, e crescerà. Allora raccoglierò i suoi frutti, e li metterò in conserva per mantenerne a lungo il sapore.

Io amerò lavorare quel piccolo fazzoletto di terra, seminarlo, aspettare con trepidazione i piccoli germogli, lo annaffierò quando avrà sete ed estirperò le erbe infestanti, e la sera, prima di mettermi ai fornelli, raccoglierò le mie verdure freschissime e ne farò cibo per il corpo e per l'anima.



Tempo di preparazione:
15 minuti

Ingredienti per 2 persone:
un finocchio appena colto 
un limone confit (qui la ricetta)
uno spicchio di aglio
un cucchiaio di olio extravergine di oliva
sale e pepe q.b.

Pulire il finocchio, lavarlo accuratamente e ridurlo in spicchi sottili ma non troppo.
Intanto in una padella far soffriggere lo spicchio di aglio con l'olio, quindi unire il finocchio, salare, pepare, coprire con un coperchio e far cuocere a fiamma vivace, finchè la verdura non avrà preso colore.
Intanto sciacquare in acqua corrente il limone, privarlo della polpa e tritarne la buccia. Aggiungere il trito ai finocchi, allungare con un mezzo bicchiere di acqua, far cuocere altri cinque minuti, sempre con il coperchio.

Ottimi sia caldi che tiepidi, semplici e velocissimi, possono essere serviti sia come antipasto vegetariano che come contorno. Provateli!

P.S. con questa ricetta partecipo al contest di Cook'n'Book,  dal titolo "In cucina con il Club delle Cuoche....voglia di orto: Maramao perché sei morto?".


lunedì, ottobre 29, 2012

Cuciniamo con gli scarti? Tortini gratinati con zucca e foglie di cavolo

In casa da noi non avanza mai niente.

Sarà che con il tempo ho imparato a dosare bene le quantità in modo da non avere avanzi, sarà anche un po' che io e Andrea siamo due di quelli che non sopportano fisicamente di lasciare qualcosa nel piatto, come se avessimo fatto la fame e visto la guerra, fatto sta che è davvero difficile far avanzare qualcosa. 

Però ci sono gli scarti.....non è che abbia voglia di mettermi a cucinare bucce a tutti i costi, però negli ultimi tempi ho cominciato a riflettere un po' più seriamente sulla questione, in questo consigliata anche dalla mia fruttivendola di fiducia, e mi sono resa conto di quante cose buttavo nel pulire la verdura che invece sarebbero state buone da mangiare.
Ora, devo ammettere che quando ho provato a fare la vellutata con i baccelli dei pisellini è venuta una vera schifezza piuttosto insapore, però ci sono tanti altri ingredienti che si possono valorizzare con una buona ricetta, e non solo per risparmiare ma anche per imparare a dare al cibo il giusto valore, per rispettarlo.

Quindi dopo la zuppa con le foglie di barbabietola, buonissime e coloratissime, di cui vi parlavo l'altro giorno, oggi è la volta delle foglie di cavolfiore e di broccolo.

Io le ho private della costola centrale, durissima, e stufate in un tegame coperto con un cucchiaio di olio, uno spicchio di aglio, un po' di sale e 2 bicchieri di vino bianco secco, lasciandole cuocere per una mezz'oretta buona.
Con gli scarti di un cavolfiore e di un broccolo ho quindi preparato 6 tortini gratinati, che ora vi descrivo meglio, e un'ottima zuppa il giorno dopo....se vi pare poco!

Tempo di preparazione:
25 minuti + mezz'ora circa
se dovete cuocere prima le foglie

Ingredienti per 6 tortini:
foglie di cavolfiore o broccolo
una fetta di zucca gialla
uno scalogno
3 fettine di prosciutto cotto
3 fette di formaggio (io ho 
usato un pecorino maremmano poco
stagionato)
Parmigiano reggiano
olio extravergine di oliva
sale q.b.
un po' di pane grattato

Saltare i dadini di zucca in una padella con un filo d'olio e lo scalogno affettato sottilmente. 
Preparare le foglie dei broccoli o dei cavoli (o entrambi) come sopra descritto.
Ungere gli stampini e far aderire sul fondo e sulle pareti il pane grattugiato (facoltativo).
Predisporre gli strati: prima la zucca, poi il prosciutto cotto, poi il formaggio, infine le foglie.
Spolverare con un poco di Parmigiano grattugiato e passare in forno caldo, a 220°, per circa 10 minuti.
Lasciare intiepidire un po' poi sformare sui piattini e servire.




giovedì, ottobre 04, 2012

Il piccolo angolo del fai da te: con il Cuore

E' da un po' che non vi racconto nulla delle mie piccole sperimentazioni fai-da-te, ma ultimamente la mia già esigua vena creativo-decorativa è abbastanza in secca. 
Del resto la bella stagione non induce certo a stare in casa a fare lavoretti di qualsivoglia genere, chissà che con l'arrivo dell'autunno non ritorni ad avere qualche piccola, minuscola ispirazione?
Però l'altra sera, "chiacchierando" via web con una cara collega di blog ed amica, mi sono tornati alla mente i miei primi esperimenti: i Cuori.

Ve ne faccio vedere un paio di esemplari, non che siano bellissimi ma magari vi potrebbero ispirare.....

Come li ho fatti? Allora, ho comprato un banalissimo panetto di DAS, l'ho tagliato a fette come fosse un salame (e che ve lo dico a fare, sempre sul cibo vado a parare!), ho steso bene bene le fette con un matterello e le ho tagliate con un tagliabiscotti. 
Con uno stecchino ho fatto il foro e ho messo i cuori così ricavati in forno ad asciugare all'aria. 
Una volta secchi li ho dipinti con un bell'acrilico rosso, poi a questo nella foto, che era bello grande, ho messo un cordino abbastanza spesso, il mio solito legnetto di mare e voilà, l'ho appeso sulla specchiera in camera.

Altri, più piccini, li ho usati per decorare l'albero di Natale più romantico del mondo.

Altri ancora li ho legati a coppia con uno spago più sottile per fare dei legatovaglioli.

Alcuni invece non li ho forati ma li ho infissi su stecchini lunghi di legno, a mo' di lecca-lecca, e li ho usati per decorare i miei vasi di erbe aromatiche.

Altri ancora, minuscoli, li ho incollati con la colla a caldo su rettangoli di cartone nero per farci dei segnalibri.

Per carità, son cose semplici e banali, ma per me è stato bello farli perchè per la prima volta in vita mia ho capito che, pur non essendo affatto portata a questo genere di cose, dalle mie mani poteva pur sempre uscire qualcosa di carino.
In qualche modo li vedo tuttora come il simbolo di una svolta semplice ma importante del mio modo di pensare, l'inizio di una diversa consapevolezza ed accettazione di me e dei miei limiti.

Quando ci passo davanti me li guardo con affetto, e con lo stesso affetto voglio dedicarli a Michela, la mia cara amica di Menta e Rosmarino.


giovedì, settembre 27, 2012

Marmellata, ehm, cioè, no, confettura di pesche al cardamomo

Ve lo dico, io più cerco di capire che differenza c'è tra marmellata e confettura più mi ci incarto e mi confondo le idee...tanto che mi verrebbe quasi voglia di smettere di farle, comunque si chiamino, per non dovermi ogni volta scervellare con questo amletico dubbio.
Vabbè, comunque io sono dell'idea che valga molto più la sostanza delle cose che il nome, per cui vi invito a non essere fiscali: io ve la chiamo confettura e spero di non sbagliare!

E a proposito di sostanza, le pesche che ho usato per questa....ehmmm....confettura erano meravigliose, dolci e saporite come solo la frutta appena colta dall'albero può essere. 
Ma non mi bastava, volevo un'idea in più, un qualcosa che sposasse la polpa zuccherina e la esaltasse con un tocco di unicità: avevo pensato allo zafferano ma mi sembrava un'idea abbastanza scontata, alla cannella ma avevo paura venisse fuori qualcosa di stucchevole, allo zenzero ma l'avevo finito.....alla fine ho optato per il cardamomo, convinta già a priori che la freschezza dei suoi semi sarebbe stata perfetta. 

Non mi sbagliavo!


Tempo di preparazione:
2 ore

Ingredienti:
1 kg di pesche gialle
200 gr. di zucchero di canna
un limone
7-8 semi di cardamomo

Sbucciare le pesche, privarle del nocciolo e ridurle in dadolata. In un'ampia casseruola unire la frutta, lo zucchero, il succo filtrato del limone e i semi di cardamomo. Far cuocere a fiamma bassa per circa un'ora e mezza, fino a che le pesche non saranno praticamente disciolte. 
Versare la confettura ancora bollente in barattoli ben lavati ed asciugati, coprire con tappi nuovi, capovolgere immediatamente e lasciarli così fino a completo raffreddamento.

P.S. Con questa ricetta partecipo al contest di About Food "Le Golose Conserve"


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