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lunedì, giugno 17, 2013

"Chicchi di gusto" e i miei totani imbottiti di riso al finocchietto selvatico con insalata di pomodori grigliati

Ah, l'estate!!!!

Lo so, a tanti non piace, troppo caldo, troppa fatica, troppo sudore....io non posso farci nulla, l'adoro, sono nel mio elemento!

Sarà che son venuta al mondo in un'afosa domenica di fine luglio, in una delle ore più calde, ma per me l'estate è profumo di vacanza sempre e comunque. 
Anche quando si lavora.

Giornate lunghissime, tramonti dolcissimi, pelle abbronzata e senza trucco, piedi nudi più possibile, vestitini leggeri......e poi a tavola, frutta coloratissima e fresca, verdure succose e vitaminiche, e tanto tanto pesce!

E dunque anche oggi pesce, per la precisione totani!

Anche perchè La Cucina Italiana ha lanciato un nuovo contest dal titolo "Chicchi di Gusto", e io volevo proprio partecipare con una mia ricetta.


"Dovrai inventare una ricetta estiva, 
attenta all’ambiente, 
cucinata con prodotti di qualità stagionali, 
buona da mangiare, 

bella da vedere e da fotografare.

E non dimenticare di utilizzare l’ingrediente protagonista: il riso."

Ed ecco che alla lettura del regolamento il cervello è partito alla ricerca dell'idea, e dopo aver schivato il classico risotto, dopo aver scartato a priori l'inevitabile insalata di riso, dopo essersi a malapena soffermato su crocchette e simili, senza aver nemmeno calcolato le intramontabili verdure estive ripiene, è arrivato qui, a questi totani.


Perchè per me non c'è nulla di più estivo di un piatto di pesce, insaporito da un'erba selvatica estiva come il finocchietto, servito con dei succosissimi pomodori e buono sia caldo che freddo.

Ma veniamo alla ricetta.....




Tempo occorrente:
un'ora circa

Ingredienti per 2 persone:
6-8 totani (possibilmente gia puliti)
100 gr. di riso Arborio
un mazzetto di foglie di finocchietto selvatico
un cucchiaio di pinoli
un grappolo di pomodori di Pachino 
una manciata di capperi
una manciata di olive taggiasche
due spicchi di aglio
1/2 bicchiere di vino bianco secco
sale q.b.
olio extravergine di oliva


Portare ad ebollizione l'acqua per il riso.
Nel frattempo sciacquare accuratamente i totani e disporli ad asciugare in uno scolapasta (se non sono già stati puliti dal negoziante procedere come indicato qui per le seppie).
A bollore versare il riso nell'acqua, salare appena e cuocere per metà del tempo indicato sulla confezione.
In una padella sufficientemente ampia per far saltare il riso far rosolare in un filo d'olio uno spicchio di aglio e i pinoli, quindi unire il finocchietto lavato e i tentacoli dei totani, entrambi asciugati e tritati finemente.
Coprire la padella e far appassire il tutto per circa cinque minuti.
Scolare il riso e saltarlo brevemente nella padella fino a che il condimento non si sia distribuito in maniera omogenea.
A questo punto farcire le sacche dei totani con la farcia di riso al finocchio e chiuderne le estremità con uno stecchino di legno.
In un tegame abbastanza ampio da contenere tutto il pesce soffriggere in un filo d'olio l'altro spicchio di aglio, quindi unire i totani facendoli dorare a fiamma vivace su tutti i lati per qualche minuto.
Sfumare con il vino bianco, aspettare che evapori e allungare con poca acqua tiepida, coprendo il tegame e portando a cottura (ci vorranno 10-15 minuti circa).
Intanto scaldare una padella antiaderente senza alcun grasso e farvi grigliare brevemente su entrambi i lati i pomodorini divisi a metà, quindi condirli in una ciotola con un filo di extravergine, un pizzico di sale, i capperi e le olive sciacquati ed asciugati.

Servire i totani caldi o tiepidi con il loro sughetto e con l'insalata di pomodorini grigliati.

Ah, naturalmente si consiglia di avere a portata di mano tanto pane perchè ragazzi, ve lo dico, a tutto quel sughetto non si resiste!!! :)

Con questa ricetta partecipo al contest "Chicchi di Gusto", indetto da La Cucina Italiana in collaborazione con Curtiriso




e anche al grandissimo classico Colors and Food di giugno: azzurro e rosso




martedì, aprile 23, 2013

Di risate, di raduni e di dentici al cartoccio al finocchietto selvatico

Scusate, mi stavo ammazzando dal gran ridere!
Ah, volete sapere cosa mi ha fatto questo effetto???
Vabbè, ve lo racconto....

Avete presente no come capita, che di sito in sito, di blog in blog si parte da una parte e si arriva chissà dove?
Io ero solo passata un attimo a fare una visita alla mia amica Sandra (virtuale, si intende!) ma mentre ero da lei mi è caduto l'occhio sulla sidebar del suo blog....lì una domanda ammiccava, a tratti inquietante: Sei una vera blogger?

Crisi di identità. 

Devo scoprirlo, mi dico mentre trepidante faccio clic su quel link.

Stai a vedere che anche stavolta non c'ho capito niente, magari mi sento una blogger e invece era meglio se per hobby mi davo all'ippica.
E, con animo trepidante, arrivo QUI e, fiato sospeso, comincio a leggere......

Al punto numero uno della check list mi sento appena appena sollevata, ok, questa sono io!
Al punto due sogghigno, ok, questo l'ho fatto, eccome!
Al punto tre non si sfugge, mi riprometto sempre di essere più "parsimoniosa" ma è più forte di me!
Al punto quattro vabbè, su questo non ci piove.
Al punto cinque somiglio abbastanza, anche se di parenti anziani, purtroppo, non ne ho più e non sono in grado di verificare.
Al punto sei, se non ero una grande casalinga prima, figuriamoci oggi che DEVO fare la blogger :)
Il punto sette è da verificare, ma mai dire mai!
Il punto otto è verissimo, e non cercate di convincermi del contrario!
Il punto nove sono io, anche se più che pop direi rockstar, grazie....per il prossimo giorno di mercato stavo valutando uno stage diving dal banco del pesce in effetti!
Pure il punto dieci in fine dei conti torna......

Ma allora sono una blogger per davvero?!?
Cavolo, che emozione :)

E che emozione pensare che i mesi son passati, le settimane sono sfilate una ad una, i giorni son sempre meno, solo tre adesso, e se tutto va bene venerdì a quest'ora sarò in macchina, diretta verso la Capitale, pronta ad abbracciare una ad una le mie Bloggalline!
Sul serio, sono così emozionata che stanotte ho sognato il raduno, non aggiungo altro :)

Vi lascio con una ricetta che in qualche modo fa pendant con quella di ieri perchè, anche se in questo caso non si tratta di un "tesoro di famiglia", per prepararla ho usato il bottino della passeggiata in campagna.
Si tratta di giovanissime barbe di finocchietto selvatico stavolta, che usate per insaporire il pesce hanno conferito al dentice aromi nuovi e freschissimi.
La semplicità, la velocità, il gusto in venticinque minuti!



Tempo occorrente:
25 minuti

Ingredienti per 2 persone:
2 dentici freschi da porzione (o altro pesce a piacere purchè freschissimo, tipo orate, spigole, naselli etc...)
un limone
alcune barbe di finocchietto selvatico
sale e pepe q.b.
olio extravergine di oliva

Chiedere al pescivendolo se vi pulisce il pesce è sempre un'ottima idea :)
Accendere il forno portandolo a 200° C.
Lavare accuratamente i dentici ed asciugarli tamponandoli con carta da cucina.
In una teglia grande disporre un foglio di carta da forno, su cui adagerete una parte delle barbe di finocchio lavate ed intere.
Con un pennello da cucina spennellare con l'olio il pesce su ambo i lati, quindi inserire del limone tagliato a spicchi nella pancia ed altro finocchietto.
Salare, pepare a piacere, adagiare il pesce sul letto di finocchio e completare con le ultime barbette appoggiate sopra.
Sovrapporre un altro foglio di carta da forno e arrotolare i lembi in modo da ottenere un grosso cartoccio ben chiuso (io mi sono aiutata anche con una "saldatura" di carta stagnola!).
Cuocere il pesce in forno per 15-20 minuti e servire ben caldo.

Cercate di non svenire dal'acquolina quando aprirete i cartocci e verrete lambiti dagli aromi di pesce, agrumi e finocchio :)

P.S. Con questa ricetta partecipo al contest Ricette Spontanee di Il Gatto Ghiotto e Rifugio Meira Garneri


lunedì, aprile 22, 2013

Andar per campi e quando a fare di un piatto una cosa unica sono il tempo e la tradizione: l'acquacotta alla cicoria

Un pomeriggio di sole pieno (non come oggi, che oltre ad essere lunedì piove pure!).
Io e i miei genitori.
Una di quelle rarissime occasioni infrasettimanali in cui nessuno di noi ha nulla di urgente da fare.
E così esco presto da lavoro e ci diamo un appuntamento in campagna, lungo un viottolo.
Missione: per loro insegnare, per me imparare, a riconoscere alcune erbe selvatiche.

Due ore di pace, di benessere, di venticello sul viso, di sole sulle spalle, di chiacchiere e di silenzi compiaciuti e beati.

Noi tre, i campi, le ranocchie che gracidano, gli uccellini che cinguettano, niente altro.

Mia mamma individua la cicoria ed io, obbediente e diligente come non mai, imparo a riconoscerla, a coglierla, a pulirla. In quel momento è come se mia nonna, che ricordo tornare a casa felice con i suoi bottini di erbe, fosse lì e abbracciasse soddisfatta sua figlia e sua nipote.
Mi commuovo un po' al pensiero, ed è bello.

Torniamo con buste cariche, ci sono anche bietole selvatiche e finocchietto, abbastanza di che regalare un po' di naturale bontà agli amici e di che sfamarsi almeno almeno per tre o quattro pasti.

E già che ci siamo, mi faccio insegnare la ricetta dell'acquacotta alla cicoria.

Un piatto di una povertà e di una semplicità disarmanti.
Pochissimi ingredienti: cicoria di campo, pane duro, un pomodoretto, un uovo e un po' di pecorino.
Un piatto unico che saziava le famiglie numerose delle campagne a cavallo tra bassa Toscana ed Alto Lazio.
Un gusto incredibile a raccontarsi, e a dire il vero inaspettato data la semplicità degli ingredienti.

A renderlo più speciale la sua origine antica, la sua ritualità, il suo passare di generazione in generazione, ancora fino ad oggi, fino a me.......e credetemi se vi dico che stavolta, alla ricetta originale, non ho cambiato nemmeno una virgola. Volevo che fosse quella, la stessa che fa mia mamma, che faceva mia nonna, che la mia bisnonna bolliva nel camino.....


Tempo occorrente:
un'ora e mezza

Ingredienti per 2 persone:
qualche cespo di cicoria selvatica
uno spicchio di aglio
mezza cipolla
2 uova fresche
pane raffermo (l'ideale è il pane bianco senza sale, a lievitazione naturale, tipico delle nostre zone)
un cucchiaio di passata di pomodoro 
sale e pepe q.b.
olio extravergine di oliva
Pecorino romano Dop

Pulire accuratamente la cicoria, levando le foglie rovinate ma lasciando il cespo intero.
Lavarla, scolarla e farla sbollentare in acqua bollente per 4-5 minuti.
In una casseruola, o meglio ancora in una pentola di coccio, far soffriggere in un cucchiaio di olio lo spicchio d'aglio intero e la cipolla tritata. 
Quando questi avranno cominciato ad imbiondirsi, aggiungere la passata e farla insaporire 2-3 minuti, quindi aggiungere la cicoria sbollentata.
Mescolare ancora un paio di minuti, quindi aggiungere il brodo tiepido a volontà.
Coprire la pentola e lasciar cuocere a fiamma medio bassa per circa un'ora.
Trascorso questo tempo regolare, se occorre, di sale.
A questo punto aggiungere le uova intere nella minestra bollente, una per volta, come fareste per le uova alla coque.
Servire la zuppa calda in piatti su cui avrete già disposto pezzi di pane raffermo (o tostato), completando ogni piatto con un uovo, un filo di olio a crudo, un pizzico di pepe a piacere e una ricca spolverata di Pecorino grattugiato.

Andrea, che non ama la cicoria, ne ha fatti fuori due piatti....non so se mi spiego :)

E non potevo che dedicare questo piatto all'Earth Day 2013!!!


P.S. Con questa ricetta partecipo al contest Ricette Spontanee di Il Gatto Ghiotto e Rifugio Meira Garneri





martedì, marzo 12, 2013

Spaghetti integrali con gli asparagi selvatici

Ieri mi sentivo così



incalzata, ossessionata, frustrata, inquieta, e con un unico desiderio: 
prorompere in un grido come quello di questa canzone


Non chiedetemi perchè, nemmeno io lo so, nessun motivo particolare....forse anche a voi capitano quelle giornate in cui vi sentite elettrici, come se foste sul punto di esplodere, vorreste fare qualcosa ma non sapete cosa, in bilico tra la felicità e le lacrime, tra il sole e le nubi, tra la voglia di correre per sfogarsi e quella di dormire per non pensarci......vi capitano vero?!? (Rassicuratemi, ditemi di sì!).

Infatti non ho avuto nemmeno voglia di postare.

Alla fine, dopo tanta indecisione, sono ricorsa a quella che, per me, è una terapia valida al 100%.
Ho mollato ufficio, casa, tutto, e sono corsa in collina, a fare asparagi.
E mentre a valle si rincorrevano nuvoloni grigi e minacciosi, e mentre i lampi squarciavano l'orizzonte, e brandelli di sole illuminavano gli olivi rendendoli più argento che mai, io, dall'alto della mia terrazza sulla Maremma, di fronte a tanta bellezza, ho trovato la pace del cuore.
E tanti asparagi selvatici.




E sono tornata a casa come nuova.
E con la cena garantita.



Tempo occorrente:
20 minuti

Ingredienti per 2 persone:
200 gr. di spaghetti integrali (io Delverde)
un mazzetto di asparagi selvatici
uno spicchio di aglio
un peperoncino
olio extravergine di oliva
un bicchiere di brodo vegetale (io uso il mio preparato home made)
un filo di olio extravergine di oliva
10 gr. di burro sciolto
un cucchiaino di farina 00
Parmigiano Reggiano a piacere

Portare ad ebollizione l'acqua per gli spaghetti.
In una casseruola far soffriggere aglio e peperoncino in un filo di olio.
Aggiungere gli asparagi lavati e sminuzzati, e lasciar cuocere coperto, a fiamma bassa, per circa cinque minuti.
Aggiungere il brodo, coprire nuovamente e far cuocere per altri cinque minuti, quindi regoalre di sale se necessario e spegnere.
Trascorso questo tempo dovrebbe essere rimasto sul fondo della casseruola ancora un po' di brodo. Per addensarlo e trasformarlo in una cremina, unirvi un composto ottenuto sbattendo insieme, in una tazzina, il burro sciolto e la farina.
Cuocere gli spaghetti al dente, scolarli bene, condire con la salsa agli asparagi e servire ben caldi, con Parmigiano Reggiano grattugiato a piacere.


giovedì, febbraio 21, 2013

La Primavera a Mare e i ravioli di ortica

"Ogni anno è così. 
Sembra incredibile come il 21 febbraio 
sulla riva degli antichi Etruschi si festeggi 
la “Primavera a mare”
Con un mese di anticipo secondo il normale calendario stagionale, 
 le giornate si colorano di una luce speciale 
e il profumo del mare diventa prepotente e languido. 
E’ solo in questo periodo dell’anno che la nota iodata diventa 
l’unica protagonista del ventaglio odoroso. 
Una sensazione difficile da spiegare con le parole  
ma bellissima da vivere. 
Giorni carichi di promesse che ci proiettano visceralmente 
verso il senso di eterna libertà profuso dall’infinito del mare. 
Sembra quasi di percepire il senso della vita 
mentre ci si crogiola sulla riva lasciandosi andare 
al respiro delle onde.
(Fonte: QUI)

Ho rubato queste parole per raccontarvi quella sorta di sferzante vitalità che incalza, la vita che torna a serpeggiare ovunque, nei primi tepori, nell'aria che cambia, nelle giornate un po' più lunghe, nelle tenere violette che si schiudono, nelle chiacchiere allegre dei passerotti.

E mentre l'energia, paralizzata dal lungo inverno, sembra cominciare a sciogliersi e a circolare nelle vene, io mi risveglio nei panni della Raccoglitrice Paleolitica.
Ed allora, in un freddo ma soleggiato pomeriggio di febbraio, niente diventa più allettante che uscire, andar per campi e boschi, rinnovando un gesto antichissimo: la raccolta delle erbe selvatiche commestibili.

Nel camminare all'aria aperta riscopro le membra intorpidite dal letargo, respiro a pieni polmoni, mi godo l'odore del bosco, con l'occhio attento ai frutti commestibili della natura, ed in quei momenti sono tutt'uno con le donne di sempre, con le raccoglitrici preistoriche, con le guaritrici medievali, con mia nonna e mia mamma, conoscenze antiche che si dipanano lungo l'arco dei secoli......

Vi dico la verità, vorrei saperne molto di più, ma già tornare a casa con un bel bottino di ortica (che con quella non ci si può sbagliare), un mazzetto di asparagi selvatici, qualche cespo di borragine, beh, è una soddisfazione unica, piena, arcaica ed ancestrale.....procacciarsi il cibo con le proprie mani!
E che cibo!

Con l'ortica, raccolta lo scorso week end, ho deciso finalmente di cimentarmi in un piatto che desideravo provare da tempo: i ravioli.



Tempo occorrente:
un'ora e mezza

Ingredienti per 4 persone:
Per la sfoglia:
200 gr. di farina ( io ho usato metà semola rimacinata e metà grano tenero 00, tutto Molino Chiavazza)
2 uova
un pizzico di sale
un cucchiaino di olio

Per il ripieno:
foglie di ortica (la mia, da cruda, riempiva mezza busta da spesa)
un etto di ricotta di pecora
Parmigiano Reggiano
noce moscata
sale q.b.

Indossando i guanti di gomma, selezionare le foglie di ortica e lavarle accuratamente, quindi sbollentarle per alcuni minuti in acqua bollente salata.
Scolarle, strizzarle accuratamente e lasciarle intiepidire.

Intanto procedere con la preparazione della sfoglia: disporre le farine a fontana sul piano di lavoro e rompervi al centro le due uova; aggiungere un pizzico di sale ed un cucchiaino di olio e, cominciando dall’interno, sbattere le uova aiutandosi con una forchetta e aggiungendo via via la farina che si trova ai bordi della fontana. Quando la pasta comincerà ad essere manipolabile, infarinare le mani e cominciare a lavorare l’impasto con le mani stesse, fino ad ottenere una massa liscia e compatta (nel caso risultasse troppo asciutta, bagnare con poca acqua tiepida).
Formare una palla, coprirla con la pellicola e lasciar riposare almeno mezz'ora.

Preparare la farcia con l'ortica tritata grossolanamente, la ricotta sgocciolata, il Parmigiano grattugiato, un pizzico di sale e un po' di noce moscata. 

Stendere la sfoglia come di consueto, con la macchina o a mano, poi ritagliarla con l'aiuto di un taglia biscotti.
Deporre un cucchiaino di farcia su un pezzo di sfoglia e sovrappone un altro, facendo pressione, prima con le dita, poi con una forchetta, affinchè i bordi dei ravioli si saldino insieme. Procedere così fino ad esaurimento degli ingredienti

Lessare i ravioli in abbondante acqua salata e servire conditi a piacere.


Noi, che siamo golosi, abbiamo deciso di degustarli in due versioni:

in bianco, con del prosciutto magro rosolato con erbe aromatiche, sfumato con del vino e mantecato con poco burro ed abbondante Parmigiano......







.......e con un sughetto veloce di pomodoro, con abbondante cipollina novella e maggiorana nel soffritto e un bel po' di parmigiano sopra.....




.....ed erano buoni entrambi!!!!





mercoledì, agosto 01, 2012

L'angolo del benessere: la maschera all'argilla verde

Un'amica mi ha ricordato che tempo fa avevo promesso di parlarvi dell'argilla verde e dei suoi benefici. Io li ho concretamente scoperti quando mi sono procurata una fastidiosissima tendinite che mi ha costretto a riposo totale e stampelle per una settimana. Mia mamma mi ha suggerito di provare ad usarla, visto che lei in un'occasione analoga ne aveva tratto grande beneficio, e così me la sono fatta portare un po'. Si trova in polvere in erboristeria, il costo si aggira intorno ai 6 euro al chilo, va miscelata con acqua fino ad ottenere una pappetta e fa autentici miracoli! Si, perchè grazie alla sua composizione chimica e alle sue caratteristiche fisiche questa sottilissima polvere è in grado di dispiegare una serie quasi infinita di effetti benefici sul nostro organismo: è antisettica e battericida, grazie alla sua capacità assorbente è in grado di svolgere funzioni antitossiche, è cicatrizzante ed energizzante; per uso interno si usa per eliminare i parassiti intestinali e per ristabilire l’equilibrio della flora microbica danneggiato, per uso esterno è indicata come antidolorifico, antinfiammatorio naturale e cicatrizzante. Ma non basta perchè anche le applicazioni nel campo della cosmetica sono molteplici: grazie alla sua capacità di osmosi è in grado di combattere la ritenzione idrica, assorbendo i liquidi e le tossine dall'organismo; per le sue qualità rimineralizzanti è particolarmente indicata per maschere purificanti, ma arricchita con oli specifici e altri ingredienti naturali si presta ad ogni tipo di pelle.
Io l'ho usata nature, semplicemente miscelata con acqua, applicata sul viso ad eccezione di bocca e contorno occhi, tenuta un quarto d'ora circa e sciacquata prima con acqua tiepida, poi con acqua fredda, per tonificare. Sarà stata la suggestione ma mi è sembrato di avere subito un aspetto più radioso! E così la voglio consigliare anche voi. Per raggiungere il top dell'efficacia vi consiglierei di far prima dilatare i pori con un po' di vapore ma dato il caldo rimanderei a periodi più miti. Intanto, nell'attesa di altre future sperimentazioni, potete andare a scuriosare qui per alcune ricette più mirate.....e buona pausa benessere!!!

giovedì, giugno 28, 2012

L'angolo benessere: l'olio doposole alla calendula

Immagine tratta da http://nonsoloomeopatia.altervista.org/
Tempo fa ero in erboristeria e cercavo qualcosa che giovasse ad una forma di dermatite piuttosto resistente. Avevo letto in un po' di forum che l'olio di Ribes Nigrum era adatto alla questione, ma la signora non l'aveva. Tuttavia, con tutta la sua competenza e la sua esperienza, mi ha consigliato l'olio di Calendula Officinalis.
Si tratta di una pianta, appartenente alla famiglia delle Asteraceae, i cui fiori gialli arancio hanno molteplici virtù. Per uso interno infatti svolgono un'azione antinfiammatoria, antispastica, calmante nei dolori mestruali; per uso esterno invece esercitano un'azione fortemente lenitiva, idratante, antisettica e cicatrizzante. Pertanto è estremamente indicata in caso di acne, eritema solare, eritema dei neonati ecc.
Quindi, ho pensato io, andrà benissimo anche come doposole! E come tale ve la propongo! L'olio di calendula, come vi dicevo, l'ho comprato in erboristeria. Costa intorno ai 12 euro ma è una bottiglia piuttosto grande e, considerato che di norma non se ne usano quantità industriali, dura diverso tempo. Io ne ho miscelato un po' con olio di mandorle dolci in una proporzione di una parte di olio di calendula e due di olio di mandorle. L'azione fortemente idratante e emolliente di quest'ultimo, unita a quella idratante e lenitiva dell'altro, riescono a fornire una buona alternativa ai classici doposole, che del resto costano spesso anche di più!
A me il risultato è piaciuto, se lo provate fatemi sapere le vostre impressioni!

giovedì, giugno 21, 2012

Penne con zucchine, pomodorini e santoreggia

Ed eccovi un'altra ricettina di quelle semplici, da fare in poco tempo, con ingredienti di stagione, con pochi grassi, ma con soddisfazione del palato!

Tempo di preparazione:
20 minuti

Ingredienti per 2 persone:
80/100 gr. di penne rigate
2 zucchine
6 pomodorini Pachino
santoreggia*
uno spicchio di aglio
un peperoncino
olio extravergine di oliva
parmigiano reggiano grattugiato (facoltativo)

Mentre l'acqua per la cottura della pasta raggiunge l'ebollizione, in una padella media far soffriggere l'aglio, il peperoncino e un paio di cucchiaini di santoreggia. Unire le zucchine lavate, private dell'anima se troppo grandi e ridotte a bastoncini non troppo piccoli. Salare e far cuocere a fiamma vivace fino a che non cominciano a dorarsi, quindi unire i pomodorini e saltare, sempre a fiamma vivace, per circa cinque minuti. Intanto lessare la pasta per il tempo indicato sulla confezione, quindi scolarla al dente e saltarla in padella allungando un po', se fosse necessario, con un mestolo di acqua di cottura.
Servire, se piace, con parmigiano gratatto e con un'altra piccola spolverata di santoreggia.

*La santoreggia è un'erba aromatica, forse un po' dimenticata, molto usata in passato per insaporire sughi, farcie, piatti di carne o di pesce, legumi. Appartiene alla stessa famiglia della menta e pare abbia proprietà afrodisiache oltre che antisettiche e stimolanti anche per l'intelletto. L'ideale sarebbe disporre di una pianta in vasetto ma non ho trovato i semi. L'ho comunque trovata al supermercato secca e per ora mi faccio andr bene quella!

lunedì, giugno 18, 2012

L'angolo benessere: i sali alla lavanda

Tempo fa, passeggiando per il centro della mia città, nella vetrina di un'estetista ho visto in vendita una cosa che mi ha attratto molto: si trattava di sali per il bagno alla lavanda, pianta officinale che io adoro perchè mi evoca quelle atmosfere incantate di Provenza, mi fa pensare agli armadi freschi di bucato delle nonne, e perchè effettivamente ha il potere di placarmi un po'. Le confezioni erano molto gradevoli, stile home made ma curate e, attenzione, costavano 6 euro un sacchetto, 20 dico 20 euro un barattolino di vetro!
Alla luce delle mie nuove esperienze mi sono detta....ma siamo matti?!? Me lo faccio da me! E come me potete farlo anche voi, a patto di trovare una siepe di lavanda (ma in questo periodo è facile, siamo in piena fioritura).


Vi servirà un barattolo di vetro pulito, del sale grosso integrale e una decina di spighette di lavanda. Chiudete sale e lavanda nel barattolo e conservatelo qualche giorno in luogo fresco e buio, dando il tempo ai fiori di trasferire i propri oli essenziali al sale prima di usarlo.
A quel punto potrete scioglierlo nell'acqua della vasca per un bagno rilassante, o in una bacinella per un pediluvio rinfrescante, oppure pestarlo un po' ed unirlo all'olio di mandorle dolci per uno scrub riequilibrante. E vi sarete fatti un bel regalo spendendo davvero poco e niente!!

venerdì, giugno 15, 2012

Insalata mista con portulaca

Allora, la portulaca, detta anche porcellana, è una pianta infestante di rara tenacia....ai tempi in cui avevo un giardino ho condotto lotte titaniche per tentare di farla sparire dal mio prato, ovviamente senza alcun successo. Solo in seguito ho scoperto che la suddetta aveva un nome, che era commestibile e non solo, aveva addirittura proprietà depurative, dissetanti e diuretiche.....ironia della sorte per poterla assaggiare me ne sono dovuta comprare un vaso al vivaio!!! Comunque alla fine ce l'ho fatta, per ora l'ho mangiata in un'insalata mista e devo dire che le foglioline sono croccanti e piacevoli, il sapore fresco e lievemente asprigno, e poi anche l'effetto cromatico non è male:

Vi consiglio di provarla, si trova molto facilmente ed è interamente commestibile, fusti, foglie e fiori.

martedì, giugno 12, 2012

Tante virtù in un piccolo piatto: insalata di ceci con carote, sedano e semi di lino

Questa insalatina, nata per caso una sera in cui non avevo granchè voglia di cucinare,  in una cena tra amici, soprattutto d'estate, si presta a diventare un fresco antipasto mentre in un menù leggero può essere la perfetta compagna di una crema di verdure. Infatti i ceci contribuiscono a generare un senso di sazietà e forniscono un considerevole apporto di proteine mentre i semi di lino, ricchi di acidi grassi e vitamine, sono un vero toccasana per le loro proprietà depurative ed antiossidanti. Non male per un piatto che si prepara in dieci minuti!!


Tempo di preparazione:
10 minuti

Ingredienti per 2 persone:
una confezione di ceci lessati*
una carota
una costola di sedano
una manciata di semi di lino
erba cipollina
1/2 limone
olio extravergine di oliva
sale e pepe

Scolare dal liquido di conservazione e risciacquare i ceci. Versarli in un'insalatiera ed unire la carota e il sedano ridotti a julienne, i semi di lino e un trito di erba cipollina. In un barattolino versare un cucchiaio di olio extravergine di oliva, un pizzico di sale, il succo di mezzo limone, un po' di pepe macinato al momento. Chiudere con il tappo e agitare fino ad ottenere un'emulsione. Versare sull'insalata, girare e servire.

*L'ideale veramente sarebbe usare i ceci secchi, ammollati per un lasso di tempo che va dalle 8 alle 24 ore, e lessati per circa tre ore a fuoco basso (un'ora e mezza nella pentola a pressione). Il "piccolo" inconveniente è che, a parte il tempo, personalmente è difficile che riesca arrivare ad un tale livello di organizzazione mentale da pensare il giorno prima a cosa mangerò l'indomani, quindi è veramente raro che riesca ad usarli...però ogni tanto ne vale veramente la pena, il sapore non ha paragoni, la consistenza nemmeno!

martedì, giugno 05, 2012

Have a break: 3 modi per usare lo sciroppo di sambuco e per godersi una pausa........

Qualche giorno fa vi ho raccontato come si fa a fare lo sciroppo di sambuco. Oggi invece vorrei lanciarvi tre rapidi suggerimenti per gustarvelo, godendovi in una pausa rinfrescante a metà pomeriggio, o in una merenda sana ma buona, o in un aperitivo home made al tramonto.........

1. per dolcificare un thè caldo o, vista l'afa che incombe, un thè freddo:


2. con delle fragole o con una macedonia di frutta fresca, insieme ad un po' di limone e al posto dello zucchero, per una merenda leggera o un gustoso fine-cena:


3. un cucchiaino nel prosecco ghiacciato, con una fettina di limone, e con dei salatini preparati cospargendo della pasta brisèe con semi di papavero o sesamo, arrotolandola su se stessa, tagliandola a fettine e cuocendo le girelle in forno caldo a 200° per 7-8 minuti:


P.S. E se proprio non riuscite a trovare il tempo o la voglia di prepare lo sciroppo in casa, potete comodamente acquistarlo on-line qui.

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