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sabato, marzo 30, 2013

L'Abbecedario Culinario della Comunità Europea, la Romania e la torta della nonna di Any

Quel fantastico viaggio nel gusto attraverso i paesi dell'Europa?

Bene, questa volta la tappa è in Romania, meraviglioso paese delle cui caratteristiche ci racconta la nostra ambasciatrice Cristina.

Anche stavolta volevo contribuire con una ricetta alla scoperta della cucina di questo paese, e chi più della mia amica blogger Any, originaria della Romania, poteva aiutarmi???
Lei, dolcissima e gentilissima come sempre, non ha esitato a rispondere alla mia mail consigliandomi, spiegandomi e dandomi delle utilissime indicazioni.
Ma a dire il vero, tra le mille cose da fare e la letargia primaverile, mi sono resa conto di essermi mossa un po' tardi, proprio agli sgoccioli, e così non sono riuscita a preparare nulla di nulla.

Tuttavia il desiderio di partecipare, ed allo stesso tempo di rendere omaggio ad Any e alla sua bella terra, mi ha fatto venire un'idea. Lasciar parlare lei, attraverso i suoi post, dei piatti della sua infanzia.
E così, ottenuta la sua benedizione e quella del team dell'Abbecedario, eccovi il piatto che avevamo scelto insieme, quello che avrei dovuto preparare io :)

Si tratta di un dolce alle mele speciale, sia nel procedimento di preparazione, sia perchè, come dice Any, a lei parla di casa, di famiglia, di ricordi della sua patria, della sua nonna.....

Foto di La Cucina di Any

Ma lascio sia lei a raccontarvi il procedimento, andate a trovarla QUI, lasciatevi coccolare da lei, dai suoi ricordi e dal suo dolce, preparato con mani abili e con amore.

A lei va il mio ringraziamento infinito per la disponibilità, la gentilezza e la dolcezza, nonchè la promessa che questo dolce lo farò, in omaggio a lei e alla sua nonna!
A Cristina un grazie per la splendida ospitalità offerta dal suo blog per questa tappa.
E a voi, un abbraccio grande e l'augurio di una serena Pasqua!!

lunedì, febbraio 25, 2013

L'Abbecedario Culinario della Comunità Europea e il Bacalhau a Braz

Come vi raccontavo tempo fa, ho avuto la fortuna di potermi unire al gruppo di blogger che, girovagando virtualmente per l'Europa, ne propone i piatti propri delle tante e diverse tradizioni culinarie.

Si tratta del gruppo dell'Abbecedario Culinario della Comunità Europea, e dopo la prima tappa nei Paesi Bassi (Blog ospite: Gata da plar) e la seconda in Slovacchia (Blog ospite: Crumpets & Co), eccoci già alla terza tappa, in Portogallo (Blog ospite: La melagranata).

Ora, devo fare mea culpa perchè nelle prime due tappe sono rimasta drammaticamente indietro, talmente indietro da non riuscire a fare nemmeno du' righe di post, ma stavolta non potevo mancare!

Intanto perchè in Portogallo, e precisamente a Lisbona, ho fatto il mio primo viaggio "da grande". 
Poi perchè in materia di cucina portoghese, oltre ai meravigliosi e succulenti ricordi della mia permanenza, ho la fortuna di avere una consulente tutta mia.
Infatti la mia cara amica Ilenia ha soggiornato là per un bel periodo, ai tempi dell'Università, e quindi è stato tutt'uno alzare il telefono e chiedere consiglio.

Il baccalà è forse il principe della tradizione culinaria portoghese, ed il piatto che vi propongo è uno dei più caratteristici del paese, talmente caratteristico che, come accade anche da noi, ne esistono infinite varianti. 
Io, per l'appunto, ho adottato quella di Ilenia, che mi è piaciuta molto sia per la sua semplicità che per il risultato.




Tempo occorrente:
40 minuti

Ingredienti per 2 persone:
400 gr. di baccalà, ammollato in acqua per un paio di giorni (N.B.: l'acqua durante questo periodo ogni tanto va cambiata)
due - tre patate medie
2 cipolle (io ho usato le rosse di tropea)
3 chiodi di garofano
olio extravergine di oliva
sale q.b.
pepe
prezzemolo tritato (facoltativo)

Scolare, asciugare e ridurre a tocchetti il baccalà, disponendolo in un unico strato in una teglia precedentemente unta con un velo di olio.
Sbucciare le cipolle e ridurle a rondelle non troppo sottili, disponendole sopra al baccalà.
Disporre qua e là i chiodi di garofano.
Sbucciare anche le patate, lavarle e ridurle a rondelle di circa mezzo centimetro di spessore, disponendole sopra le cipolle in modo da ricoprire tutta la teglia.
Salare (pochissimissimo le patate), a piacere pepare ed irrorare con un filo di olio.
Mettere a cuocere in forno già caldo a 180° per circa mezz'ora.
Verso fine cottura, se vi accorgete che nella teglia c'è ancora molta acqua, potete eliminarne l'eccesso aiutandovi con un cucchiaio.
Servire ben caldo, eventualmente cosparso con del prezzemolo tritato e completato con un altro filo di olio a crudo.

E buon appetito!




martedì, novembre 27, 2012

Irrimediabilmente cialtrona.....e i bocconcini di pollo speziati con limoni confit

Dal vocabolario Treccani:
Cialtrone s. m. (f. -a) [etimo incerto]. – Persona volgare e spregevole, arrogante e poco seria, trasandata nell’operare, priva di serietà e correttezza nei rapporti personali, o che manca di parola nei rapporti di lavoro. Anche, con sign. attenuato, persona sciatta nel vestire e nel portamento, o che nel lavoro sia solita fare le cose in fretta e senza attenzione. ◆ Dim. cialtroncèllo; pegg. cialtronàccio. 

Uhmmmm, "volgare e spregevole" magari no, "arrogante e poco seria" nemmeno, "priva di serietà e correttezza nei rapporti personali, o che manca di parola nei rapporti di lavoro" assolutamente no, "trasandata nell'operare", ecco, quello direi di sì, un po' si.....ma mica per cattiveria eh, no, ci mancherebbe altro, e nemmeno perchè non ho voglia di fare le cose, ma forse perchè sono spesso distratta, e mentre ne faccio una ne penso altre mille.
Fatto sta che non c'è niente da fare, ogni tanto la mia cialtronata la devo fare! 
Non mi credete? Volete le prove? Guardate bene questa foto, quella della ricetta di oggi.....


Ho cucinato con tanto amore, un piatto buono ed aromatico, e per di più rapido e salutare, ho apparecchiato con tanta cura, ho scelto la tovaglia i piatti i bicchieri...persino l'etichetta della bottiglia fa pendant con l'alzatina e poi???? Al momento cruciale eccola lì, la sbavata di sugo giallo sull'orlo del piatto!!! 
Roba da diventarci  una belva se non fosse che ci sono abituata, son così, cerco di migliorare ma è una lunga, lunghissima strada! :)

Piuttosto, ma voi li avete fatti 'sti limoni confit che ogni tanto vi propino in tutte le salse?? No? E che aspettate?!?
Date retta, fateli, cinque minuti per prepararli e metterli nel vasetto, due o tre settimane di attesa ma sarete ricompensati da una vera delizia! Si perchè non solo sono comodi in qualunque occasione vi serva del limone e non lo abbiate in casa (dolci a parte ovviamente!), ma sono anche buonissimi: la conservazione sotto sale lascerà intanto il sapore fresco del limone ma lo priverà di quella acidità che a volte può risultare eccessiva, arrotondandone e ammorbidendone il gusto. Credetemi, una volta provati non li abbandonerete più!
Ricetta?

Tempo di preparazione:
20 minuti

Ingredienti per 2 persone:
350 gr. di petto di pollo, ridotto a dadini di circa 2 cm. di lato
1/2 cucchiaino di zenzero
1/2 cucchiaino di curcuma
peperoncino in polvere a piacere
un limone confit
olio extravergine di oliva
una manciata di farina di ceci (io Molino Chiavazza)
sale q.b.

In una ciotola mescolare la farina di ceci e le spezie, e passarvi i bocconcini di pollo in modo che se ne ricoprano in maniera uniforme.
In una padella antiaderente versare un filo di olio extravergine di oliva, quindi i bocconcini e mettere a cuocere a fiamma vivace, mescolando spesso, fino a che non saranno ben dorati (circa 3-4 minuti).
Intanto sciacquare il limone dal sale e ricavarne la sola buccia, eliminando la polpa (quella non si usa).
Aggiungere il limone tagliato grossolanamente al pollo, versare poco meno di mezzo bicchiere d'acqua, regolare di sale, coprire e lasciar cuocere per altri cinque minuti circa , fino a che non si sarà formata una bella cremina densa.
Servire ben caldo accompagnato da verdure di stagione.


martedì, ottobre 02, 2012

Una cena marocchina: Tajine Kefta

Dopo il trionfo dei colori, dei sapori e delle spezie che animano le salades marocaines, solitamente su una tavola marocchina segue il piatto forte. Quello che va per la maggiore è la Tajine, termine che sta a significare non tanto, e non solo, una ricetta ma soprattutto il contenitore che si usa tradizionalmente per preparare il cibo. Per chi non lo sapesse si tratta di una pentola, tradizionalmente di coccio, originaria dei paesi del Nord Africa, composta da due parti: un piatto spesso, con i bordi abbastanza alti, in cui vengono poste le pietanza da cuocere, ed un coperchio conico, con un piccolo foro in cima, che chiude sigillando perfettamente il piatto e permette al vapore che si sprigiona durante la cottura di rimanere intrappolato, conferendo alle preparazioni un aroma ancora più ricco. Come dicevo spesso sono di coccio, alcune molto semplici ed adatte ad andare direttamente sulla fiamma, anche vivace; altre sono decorate con i motivi tipici della tradizione maghrebina e richiedono qualche cautela in più; in Marocco ne ho viste anche in alluminio. 
E' da questo utensile che deriva il nome di tutti quegli spezzatini e stufati che prendono, anch'essi, il nome di tajine. Ne esistono tantissimi: tajine di pollo, di tacchino, di manzo, di agnello, di verdure, arricchiti con spezie, erbe, limoni confit, frutta secca.....una varietà infinita di ricette che fanno a gara per sapore e per raffinatezza!

Io intanto ho deciso di provare a farne una con le polpette (Kefta) come mi ha insegnato Maryam, la cuoca della guesthouse dove abbiamo alloggiato a Fes, come omaggio alla sua gentilezza, alla sua disponibilità ed al suo sorriso! 
Unica cosa, perchè proprio non ho resistito a metterci del mio: ho dovuto aggiungere all'impasto delle polpette  un po' di pane grattato ammollato nel latte, tipo mezzo bicchiere, per rendere l'impasto più morbido. La ricetta originale non lo prevedeva, voi fate come preferite.


Tempo di preparazione:
30 minuti

Ingredienti per 2 persone:
300 gr. di macinato magro di vitella
2 bei pomodori da sugo
un cucchiaino di menta tritata
2 cucchiaini di paprika piccante
2 cucchiaini di cumino
uno spicchio di aglio tritato (facoltativo)
prezzemolo (facoltativo)
sale q.b.
olio extravergine di oliva

In una tajine* mettere i pomodori lavati, passati per un minuto in acqua bollente, pelati e ridotti in dadolata. Cominciare a cuocerli a fiamma vivace, quindi condire con un filo di olio, un poco di sale, un cucchiaino di paprika ed uno di cumino; far cuocere coperto per circa cinque minuti.
Intanto condire la carne con il restante cumino, la paprika, la menta tritata (va bene anche quella secca) e, se vi piace, l'aglio tritato. 
Formare con le mani delle piccole polpette e unirle al sugo, lasciando cuocere, sempre coperto, per circa un quarto d'ora. 
Se il sugo dovesse restringersi troppo allungarlo con un poco di acqua calda, regolando eventualmente di sale.
Servire la tajine calda, con molto pane (meglio se arabo) ed eventualmente guarnita con un poco di trito di prezzemolo.

* Maryam usava una tajine di alluminio per cucinare e una di coccio per presentare i piatti a tavola. Questo le consentiva di abbreviare i tempi di cottura e di poter preparare del cibo espresso. 
Io ho usato per questa ricetta un tegame a fondo spesso con un coperchio a chiusura quasi ermetica, ottenendo un risultato molto simile. Da provare, forse, anche con la pentola a pressione, considerando in quel caso che i tempi di cottura sono da dimezzarsi.


lunedì, ottobre 01, 2012

Una cena marocchina: Les Salades Maroccaines

Vi avevo promesso un menù marocchino, no? E menù marocchino sia!

Cominciamo dall'antipasto: dopo giorni di vacanza in Marocco ho finalmente capito che quando sul menù trovavo le Salades Maroccaines non significava necessariamente che si trattasse di insalate crude e che anzi, nella maggior parte dei casi, si trattava di verdure di vario genere, cotte ed insaporite nei modi più disparati.
Meravigliosa scoperta!! Un trionfo di sapori e colori che ho voluto replicare a casa a tutti i costi, tanto da comprarmi un libro di cucina marocchina da cui prendere spunto.
Queste "insalate" vengono solitamente presentate come antipasto, ma spesso sono così tante e sfiziose da diventare da sole un pasto, specie ad ora di pranzo quando il caldo si fa sentire. L'ottimo pane arabo, preparato in casa e portato a cuocere nei forni degli hammam, completa il tutto!

Io, per una cena marocchina tra amici, ho deciso di preparare quattro assaggi diversi.
Eccoli qui:


Ma andiamo con ordine.

Per le olive
Tempo di preparazione: 
2 minuti + marinatura

Ingredienti:
olive nere
timo
peperoncino
olio extravergine di oliva

Mettere le olive nere ad insaporire in una ciotola insieme al timo secco, ad un po' di peperoncino tritato e ad un cucchiaio di olio. Più tempo rimarranno ad insaporirsi, più saranno buone!

Per l'insalata di carote
Tempo di preparazione:
20 minuti

Ingredienti per 4 persone:
8 carote
uno spicchio di aglio
cumino
olio extravergine d'oliva
sale q.b.
prezzemolo

Sbollentare le carote, sbucciate e tagliate a piacere, per circa cinque minuti in acqua bollente. Dopo averle scolate, ripassarle per cinque minuti a fiamma vivace in una padella insieme ad un filo di olio extravergine di oliva, uno spicchio di aglio, sale q.b. e un cucchiaino di cumino. 
Completare l'insalata con un poco di prezzemolo tritato e servirla tiepida o fredda a piacere.

Per lo Zaalouk di melanzane
Tempo di preparazione:
50 minuti

Ingredienti per 4 persone:
4 melanzane piccole
2 pomodori pelati
uno spicchio di aglio
1/2 cucchiaino di peperoncino in polvere
un cucchiaino di cumino
sale q.b.
olio extravergine di oliva

Lavare le melanzane intere, forarle in più punti con una forchetta e metterle in una teglia, infornandole a 200° per circa mezz'ora.
Intanto in una padella far soffriggere in un cucchiaio di olio l'aglio, quindi unire il pomodoro tagliato a pezzetti, condire con sale, peperoncino e cumino e far restringere a fiamma vivace per 5-10 minuti.
Trascorsa la mezz'ora, estrarre le melanzane dal forno, tagliarle a metà e con l'aiuto di un cucchiaio raschiare la polpa, che dovrà essere ben cotta, separandola dalla buccia. Mettere la polpa nella padella con il sugo di pomodoro, aggiustare di sale e lasciar insaporire per circa 10 minuti.
Servire calda o fredda a piacere.

Per l'insalata di patate
Tempo di preparazione:
30 minuti

Ingredienti per 4 persone:
4-6 patate medie
un cucchiaino di semi di coriandolo
sale q.b.
pepe
olio di argan*
prezzemolo tritato

Lavare le patate senza privarle della buccia e metterle a lessare in acqua salata per circa 20 minuti (10 dal fischio se usate la pentola a pressione), o comunque fino a che non siano cotte.
Scolarle e raffreddarle sotto acqua corrente, quindi sbucciarle, ridurle a dadini e condirle con un pizzico di sale, un paio di cucchiai di olio di argan, una macinata di pepe e i semi di coriandolo pestati.
Servire tiepida o fredda, cosparsa con un poco di prezzemolo tritato.

*Una piccola postilla: ho scoperto che il famosissimo olio di argan, che tutti conosciamo per le sue meravigliose proprietà cosmetiche, esiste anche nella versione alimentare. Occhio però, che non è lo stesso. Infatti il primo si ottiene dalle noci di argan spremute crude, il secondo dalle noci torrefatte. Ha un colore giallo chiaro ed un gusto che sa di fruttato e di nocciola. Non so dove si possa trovare in Italia, io l'ho comprato a Marrakesh, però qui vi dò il link di un'associazione femminile dove potete acquistarlo, se volete, on-line.
In alternativa condite le patate con olio di oliva, che non credo cascherà il mondo per questo! :)



mercoledì, agosto 22, 2012

Il mistero dei "preserved lemons": i limoni confit

Allora, la storia funziona così: scartabellando fra blog esteri e librini vari di cucina etnica ho trovato spesso tra gli ingredienti questi misteriosi "preserved lemons" che mi hanno, ovviamente, incuriosito. Ok, a capire che sono limoni conservati non mi ci è voluto molto, ma per sapere come andassero conservati c'è voluta una breve ricerca, e quando ho trovato le istruzioni che mi interessavano, rigorosamente in Inglese (e meno male che me la cavo!), mi sono messa all'opera......salvo poi scoprire che altro non sono che i "Limoni Confit" di cui parlano tanti "colleghi".
Va bene, quindi mi devo rassegnare all'idea di aver scoperto l'acqua calda ma pazienza. Io ve li racconto lo stesso, tante volte vi potesse interessare!
In pratica si tratta di un metodo, tipicamente nord africano e medio-orientale, per conservare i limoni mettendoli sotto sale. Per far questo non esiste, ovviamente, un solo metodo ma le ricette variano le une dalle altre. Io, miscelandone un po' tra loro, alla fine ho deciso di farli così:

Tempo di preparazione:
20 minuti + almeno tre settimane di macerazione

Ingredienti:
limoni rigorosamente biologici
(con dodici limoni a me sono venuti fuori tre barattolini della Bormioli)
sale grosso
qualche foglia di alloro
alcuni semi di cardamomo

Lavare accuratamente i limoni quindi aprirli a fiore, tagliandoli in quattro spicchi che lascerete però uniti in corrispondenza del peduncolo. Riempire con un cucchiaino di sale grosso e richiudere il limone, che andrà inserito, spingendolo bene, nel barattolo (accuratamente lavato con acqua calda se nuovo, sterilizzato se di riciclo). Procedere con gli altri limoni, inframezzandoli con altro sale, con due o tre semi di cardamomo e con una foglia di alloro fino a che il barattolo sarà pieno. Concludere con uno strato di sale e con il succo spremuto di un altro limone, pressare bene il tutto in modo che il succo si diffonda ben bene nel barattolo, chiudere con il coperchio e riporre al sole per un paio di giorni. Trascorso questo tempo pressare nuovamente i limoni (qui occhio che si saranno già ammorbiditi e probabilmente tenteranno di spruzzarvi il loro succo direttamente negli occhi!!), richiudere i barattoli e metterli a macerare per almeno tre settimane in un luogo fresco e buio.

Ecco, le tre settimane non sono ancora trascorse e quindi non li ho potuti ancora provare, ma intanto vi posso anticipare che si usa solo la buccia, sciacquandola dal sale in eccesso. E che un limone basterà per la preparazione di un piatto per circa sei persone. Ed infine che pare, ma io ancora non ve lo posso confermare, che al contrario di quello che può a prima vista sembrare, questo tipo di conservazione elimini dal limone tutto l'aspro, mantenendone invece inalterati ed anzi, esaltati, gli aromi.
Quindi, se nell'attesa che si compiano le tre settimane e che trovi qualche modo sfizioso per utilizzarli, volete cominciare a farli......

venerdì, giugno 29, 2012

Una cena a tema: la Provenza e il roast beef alle erbe provenzali con patate alla lavanda

Io non sono mai stata una gran consumatrice di carne, tantomeno rossa, ma da quando ho conosciuto la mia nuova fornitrice mi ci sono quasi appassionata (non me ne vogliano gli amici vegetariani).
E checchè ne dica il mio amico Paolo, i cui giudizi tengo in altissima considerazione, un modo ottimo per cucinare un buon taglio è il roast beef, soprattutto d'estate, quando lo puoi mangiare anche freddo, condito in tutti i modi che la fantasia può suggerire.
Io per la mia cena provenzale ho pensato di farlo appunto seguendo l'ispirazione e insaporendolo, invece che con il classico aglio e rosmarino, con tutti gli aromi delle erbe di Provenza. Per quanto riguarda la cottura c'è chi lo fa al forno e chi nel tegame...io ho scelto la seconda via perchè non mi andava di sporcare in modo orribile il forno e perchè mi sembra un metodo più rapido e più pratico.
Un'avvertenza: data la dimensione del pezzo che di solito si usa per prepararlo (lombo o fesa di vitello), il roast beef non è un piatto adatto per due persone, a meno che non vogliate mangiarlo per giorni!

Tempo di preparazione:
20 minuti per il roast beef +
40 minuti per le patate

Ingredienti per 6 persone:
1 kg. circa di lombo o fesa di vitello
Erbe di Provenza
(una miscela di erbe essiccate che di solito
può contenere timo, rosmarino, basilico, finocchio, salvia, maggiorana, menta, origano, santoreggia, in proporzioni variabili a seconda dei produttori)
olio extravergine di oliva
uno spicchio di aglio vestito
una decina di patate
sale q.b.

Per le patate, sbucciarle, lavarle, ridurle a dadini, disporle su una placca da forno e condirle con il sale aromatizzato alla lavanda e un filo d'olio, mescolarle bene e porle a cuocere in forno già caldo a 220° per circa quaranta minuti.
Per la carne, se non è già stata legata dal macellaio, legarla con alcuni giri di spago da cucina affinchè mantenga la forma, quindi condirla con le erbe aromatiche. In un ampio tegame far soffriggere lo spicchio di aglio intero con un paio di cucchiai di olio, quindi, quando questo sarà ben caldo, mettere la carne. Farla cuocere per cinque minuti, quindi con un mestolo di legno girarla(NO forchette, NO buchi nella carne, sennò perde tutti i succhi e diventa unpezzo di gomma!). Ripetere l'operazione su tutti i quattro lati dell'arrosto, tenendoli cinque minuti ciascuno.
Attenzione: l'olio schizzerà ovunque, sentirete puzza di bruciato, penserete che sia tutto da buttare ma no, niente di tutto questo, perseverate e andrà tutto benissimo!
A questo punto il roast beef sarebbe perfetto ma se lo preferite più cotto coprite la pentola e tenetelo altri cinque/dieci minuti. Altrimenti avvolgetelo in carta stagnola e fatelo riposare un pochino prima di affettarlo e servirlo, con le patate. Io l'ho messo in tavola con un semplicissimo olio e sale (era già molto aromatico di suo), ma va benissimo anche accompagnato con senape di Digione o con senape al dragoncello.




Una cena a tema: la Provenza e la Salade Niçoise

L'altra sera avevo a cena mia sorella e dei cari amici che non vedevo da tempo. Avevo già una vaga idea di cosa preparare, però mi sarebbe piaciuto individuare una sottile linea rossa che facesse da tema per la serata. Alla fine, complice una serata caldissima e un eterno e ancora insoddisfatto desiderio di Provenza, la scelta è caduta proprio su questa cucina, che peraltro non si differenzia tantissimo dalla nostra, essendo nata essenzialmente da un clima mediterraneo e da ingredienti fondamentali quali l'olio di oliva, le verdure e le erbe aromatiche. Per antipasto (ma può essere anche un perfetto piatto unico) ho scelto di provare la classicissima Salade Niçoise, ricca, colorata, con tutti i sapori dell'estate. Ne ho trovate diverse versioni e ho capito che, come per tutte le ricette classiche, ne esistono tante varianti quanti suono i cuochi. Alla fine io l'ho fatta così.
Vi avverto, è buona ma un po' laboriosa!

Tempo di preparazione:
30 minuti

Ingredienti per 2 persone:
qualche foglia di lattuga
un pomodoro
una patata
una manciata di fagiolini
un uovo
100 gr. di tonno
alcuni filetti di acciuga
una manciata di olive nere
un cucchiaio di capperi in salamoia
sale
aceto di mele
olio extravergine di oliva
senape di Digione
erba cipollina

Far rassodare l'uovo bollendolo per circa 10 minuti a fiamma bassa, quindi farlo raffreddare sotto acqua corrente, sgusciarlo e dividerlo in quarti. Intanto cuocere, preferibilmente al vapore, la patata sbucciata e ridotta in cubetti e i fagiolini per circa 10 minuti. In un piatto da portata mettere l'insalata, lavata e asciugata, i pomodori, la patata, i fagiolini, il tonno sgocciolato, i filetti di acciuga divisi in due o tre pezzi, i capperi sgocciolati e sciacquati in acqua corrente, le olive nere, gli spicchi di uovo. Condire con una vinaigrette ottenuta "shakerando" brevemente in un barattolo un cucchiaio di senape, un cucchiaino di aceto di mele, un cucchiaio di olio, sale q.b., un cucchiaio di acqua tiepida e l'erba cipollina tritata finemente.

......Bon Appetite.....
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