Per anni, senza saperlo, sono stata una grande fan della "Decrescita Felice" finchè un giorno, parlando con la mia amica Barbara a proposito delle nostre idee, delle nostre passioni e dei nostri sogni, non mi ha mostrato il testo di una bellissima intervista a Serge Latouche, economista e filosofo francese, profeta della decrescita e autore, tra l'altro, di un "Breve Trattato sulla Decrescita Serena".
Ora, le teorie di Latouche sono profonde e complesse, e onestamente mi sembrerebbe un po' troppo arrogante e semplicistico da parte mia cercare di riassumerle in breve, ma due sono gli aspetti che mi hanno colpito particolarmente e che ho trovato incredibilmente rispondenti alle mie idee:
- l'attenzione posta dall'autore al tema della rivalutazione di valori forse ormai desueti: “amore della verità, senso della giustizia, responsabilità, rispetto della democrazia, elogio della differenza, dovere di solidarietà, uso dell’intelligenza”, beni immateriali che soli sono in grado di restituire una vera "ricchezza" e benessere a chi li "possegga";
- la sostituzione del globale con il locale, i concetti del ridurre, riutilizzare, riciclare, il rallentamento dei ritmi di lavoro a favore del tempo speso in attività socializzanti, o gratificanti, o autoproduttive.
La mia utopia frugale mi vede, in un futuro immaginario, vivere in campagna, lavorando part-time e dedicando la maggior parte del tempo alla famiglia, ai miei animali, agli amici, cucinando, curando l'orto e il giardino, e producendo da sola quanto più possibile.....in quella bellissima utopia raccoglierò i miei pomodori, li lascerò seccare al sole, li riporrò nella dispensa e li utilizzerò quando ne avrò bisogno.
La realtà è che vivo in un bilocale (con i gatti però!), che il terrazzo privo di luce mi permette a stento di coltivare poche piantine di erbe aromatiche, che però per fortuna, anche senza part-time, ho abbastanza tempo da dedicare ai miei affetti e ai miei hobby, e che nel mio piccolissimo cerco di creare o produrre da sola quel che si può.
Quindi nella realtà compro i pomodori prodotti da altri e seccati da altri, ma almeno me li ripongo nella dispensa, li tiro fuori all'occorenza e li condisco da sola.
Ingredienti:
pomodori secchi (a volontà)
aceto di mele
acqua calda
Prelevare la quantità di pomodori secchi desiderata e tenerli a bagno in acqua molto calda acidulata con un cucchiaio di aceto di mele per una o due ore, dopodichè scolarli, asciugarli con uno strofinaccio pulito e disporli a strati in un contenitore, condendoli a piacimento, ad esempio con spicchietti di aglio, erbe aromatiche, peperoncino, olive, capperi, acciughe....e coprendoli di olio extravergine di oliva.
Il procedimento è banale, ma vi invito a provare, a verificare la differenza in termini di genuinità e di sapore, ma soprattutto vi invito a prepararne in più, a metterli in un bel barattolo e a regalarli a qualcuno......così avrete nutrito due anime, la vostra e quella di chi riceve il dono prezioso del vostro tempo!
Mi inquieta leggere quanto siamo simili, Roberta!
RispondiEliminaI tuoi sogni sono i miei...io sono in un periodo di rigetto di tantissime cose e certe volte davvero me ne vorrei scappare per fare una vita più sana, più bioritmicamente simile alla nostra natura. Invece vivo in città e mi accontento della vita salutare solo quando vado dai miei che vivono in campagna e auto producono buona parte di quello che mangiano.
Un giorno magari realizzeremo il nostro sogno!
Anche io mi sono sorpresa a scoprire continuamente, da quando ci siamo conosciute, una quantità impressionante di somiglianze....sarebbe bello un giorno incontrarci, ovviamente di fronte ad una tavola imbandita, e scoprirne di nuove! E magari chissà, fra qualche anno ospitarci a vicenda nelle nostre case/laboratorio in campagna! :)
EliminaCiao Roby..su tua indicazione leggo questo post dopo qualche mese..è bellissimo e mi ci ritrovo tanto..anche per me è così. Ritornare alla natura, a coltivare la terra, vivere con animali e in spazi adeguati, magari senza tanti 'sfronzoli' ci farebbe soltanto bene..oggi abbiamo tanto ma non siamo felici, niente ci da più gioia perché sono solo cose materiali..il mio sogno sarebbe un bed & breakfast oppure un agriturismo dove coltivare, produrre, cucinare, accogliere..che sogno. Chissà...facciamo società ragazze??? Baci, Roberta
RispondiEliminaMe lo immaginavo Roby che ti ci saresti ritrovata!! :)
EliminaChissà, chissà che non ci riesca di fare questa nostra piccola felice rivoluzione? :)
Ti abbraccio